L’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) ha concesso un significativo impulso alla ricerca biomedica italiana, stanziando fondi per sette progetti innovativi nell’ambito della call “Science for Bed-Rest”.
Tra queste iniziative, spiccano due progetti provenienti dall’Università Aldo Moro di Bari, testimonianza del ruolo crescente degli atenei del Sud nella ricerca spaziale applicata.
Questi progetti, “Endocrine” e “Biomusk”, si propongono di disvelare i complessi meccanismi fisiologici alterati dalla condizione di microgravità, con implicazioni cruciali per la salute degli astronauti e per la comprensione di patologie terrestri correlate.
Il progetto “Endocrine”, guidato dalla Professoressa Giovanna Valenti, si concentra sull’analisi dell’impatto della microgravità simulata sul sistema endocrino, con particolare attenzione alle differenze di genere.
La ricerca mira a chiarire come l’assenza di gravità influenzi la regolazione ormonale, in particolare quella relativa alla distribuzione dei fluidi corporei e alla capacità di mantenere la pressione sanguigna in posizione eretta (intolleranza ortostatica).
Questi aspetti sono fondamentali per comprendere il rischio di disorientamento e malessere che astronauti possono sperimentare durante missioni spaziali di lunga durata.
I risultati di questa ricerca potrebbero inoltre fornire nuove prospettive per il trattamento di disturbi legati alla regolazione ormonale e vascolare che colpiscono anche la popolazione terrestre, come l’edema, l’ipertensione ortostatica e le alterazioni del ciclo mestruale.
Il progetto “Biomusk”, coordinato dalla Professoressa Maria Grano, assume un approccio complementare, focalizzandosi sulla risposta muscoloscheletrica e microvascolare del corpo umano in condizioni di immobilizzazione prolungata, una simulazione della condizione di microgravità.
La ricerca indaga il ruolo di specifici biomarcatori, in particolare il sistema FNDC5/irisina, indicatori precisi dei cambiamenti che avvengono a livello muscolare e vascolare durante il “bed-rest”.
L’irisina, una miokine rilasciata dai muscoli durante l’esercizio fisico, sembra giocare un ruolo chiave nella regolazione del metabolismo e nella protezione cardiovascolare.
Valutare la sua risposta in condizioni di immobilizzazione potrebbe rivelare meccanismi di adattamento e vulnerabilità.
Un elemento particolarmente innovativo del progetto è l’esplorazione dell’elettrostimolazione come potenziale contromisura, una tecnica che potrebbe contribuire a mitigare gli effetti negativi dell’immobilizzazione, mantenendo la massa muscolare e la funzione vascolare.
L’iniziativa “Science for Bed-Rest”, che vede la collaborazione tra ASI e sei università italiane, non si limita alla mera esplorazione scientifica.
Essa rappresenta un investimento strategico nello sviluppo di tecnologie e conoscenze essenziali per le future missioni spaziali, che saranno sempre più complesse e impegnative.
La ricerca biomedica in questo contesto si pone come elemento cruciale per garantire la salute e la sicurezza degli astronauti, aprendo al contempo nuove frontiere nella medicina rigenerativa e nella prevenzione di malattie legate alla sedentarietà e all’invecchiamento.
La scelta di Bari come polo di eccellenza in questo ambito sottolinea l’importanza di promuovere la ricerca scientifica anche nelle regioni meno industrializzate, stimolando la crescita economica e il progresso sociale.