Rinnovare un patrimonio spirituale e architettonico, infondendogli nuova linfa vitale: è il cuore pulsante del progetto che coinvolge la chiesa di San Giovanni a Rocchetta Sant’Antonio, un piccolo gioiello incastonato nel paesaggio dei Monti Dauni, in provincia di Foggia. L’edificio, gravemente segnato dal sisma del 1930, si erge ora come tela bianca pronta ad accogliere la visione artistica di Sergio Michilini, maestro di settantacinque anni che, dal suo esilio creativo in Nicaragua, ha risposto alla chiamata di questa comunità.La storia di San Giovanni è la storia di un borgo che ha subito le ferite del tempo e dei terremoti, e la sua trasformazione si configura come un atto simbolico di resilienza e rinascita. Per anni, il luogo di culto è stato relegato a funzione di magazzino, un’ombra che ne offuscava la vocazione originale. Ora, grazie a un’iniziativa coraggiosa e innovativa, la chiesa si destina a diventare un laboratorio d’arte permanente, un crocevia di competenze e un motore di sviluppo locale.Il progetto, finanziato dalla linea “Borghi” del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), non si limita alla semplice riqualificazione architettonica. Si propone, infatti, di creare un vero e proprio ecosistema artistico, dove la creatività non è privilegio di pochi, ma patrimonio condiviso da tutti. Un laboratorio aperto, dove artisti, studenti, visitatori e residenti possono collaborare attivamente alla definizione dell’identità visiva del luogo.Michilini, affiancato dal talentuoso pittore-scultore e incisore Salvatore Lovaglio e da un gruppo di artisti locali, sta impiegando una tecnica all’avanguardia: la pittura murale su pannelli amovibili. Questa scelta, lungi dall’essere una limitazione, si rivela una soluzione intelligente che preserva l’integrità delle superfici originali, garantendo al contempo flessibilità e possibilità di intervento futuri.Il progetto si fonda su un principio cardine: la democratizzazione dell’arte. “L’arte pubblica è fondamentale”, sottolinea Michilini, “perché è l’espressione della comunità”. L’opera d’arte che prenderà forma a Rocchetta Sant’Antonio non sarà imposta dall’alto, ma emerge dal dialogo e dalla partecipazione attiva della comunità locale. Gli abitanti del borgo saranno i veri protagonisti, chiamati a esprimere le proprie visioni, i propri desideri, le proprie speranze attraverso colori, forme e prospettive.Questa iniziativa rappresenta un modello di sviluppo sostenibile, capace di valorizzare il patrimonio culturale e artistico, di rafforzare l’identità locale e di creare opportunità di lavoro e di crescita per le aree interne del Mezzogiorno. San Giovanni non è solo una chiesa da restaurare, ma un simbolo di speranza e di rinascita per un intero territorio. Un laboratorio artistico a cielo aperto, dove la bellezza emerge dalla collaborazione e la creatività è un bene comune. Un luogo dove il passato incontra il futuro, e l’arte diventa strumento di trasformazione sociale.
Rocchetta Sant’Antonio: l’arte risorge tra storia e resilienza
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