San Severo, Foggia: Uomo trovato morto, indagine sull’agguato

L’atroce scoperta in località Casone, nel cuore dell’Alto Tavoliere, ha scosso la comunità di San Severo e acceso i riflettori sulle dinamiche complesse che spesso si celano dietro la serenità apparente delle campagne foggiane.

Gaetano Cicerale, 49 anni, un uomo descritto come incensurato e legato alle tradizioni del territorio, è stato trovato senza vita, vittima di un’esecuzione sommaria che ha lasciato sgombero il campo da interpretazioni affrettate.
L’immediato intervento dei Carabinieri del Comando Provinciale di Foggia, coadiuvati da personale specializzato, ha dato il via a un’indagine meticolosa, un’operazione complessa che si avvale di tecniche investigative avanzate.

Le prime ore, cruciali per la preservazione degli indizi e la ricostruzione della sequenza degli eventi, sono state dedicate a una scrupolosa perlustrazione dell’area, alla raccolta di testimonianze e all’analisi preliminare del luogo del delitto.
L’esame stub, fondamentale per verificare la presenza di residui di polvere da sparo e potenzialmente determinante per stabilire la distanza di sparo e l’eventuale utilizzo di armi da fuoco, è attualmente in corso e i risultati attesi forniranno elementi preziosi per indirizzare le indagini.

L’ambiente in cui è stato ritrovato il corpo di Cicerale, all’esterno del suo veicolo di servizio e in prossimità del fondo agricolo di sua proprietà, suggerisce un agguato premeditato, un’imboscata volta a colpire la vittima di sorpresa.

La presenza di numerose ferite da arma da fuoco – almeno quattro colpi di fucile – indicano una deliberata volontà di eliminare la vittima in modo rapido ed efficace.

Le dichiarazioni dei familiari, la compagna e il figlio, sono state raccolte con la massima attenzione, al fine di ricostruire gli ultimi spostamenti dell’uomo, le sue abitudini, le sue relazioni e i possibili contatti intercorsi nelle ore precedenti la tragica scoperta.

Questi elementi, apparentemente banali, potrebbero rivelarsi fondamentali per identificare il movente e l’autore o gli autori del delitto.
L’ipotesi più accreditata, al momento, è quella di un conflitto legato alla sfera lavorativa.
Le attività agricole, soprattutto in un territorio come quello foggiano, sono spesso caratterizzate da una forte competizione, da dispute per l’acqua, per la terra, per i contratti di lavoro.
Non si esclude, tuttavia, che il movente possa essere riconducibile a una faida personale, a una vendetta, o a una vicenda legata al mondo criminale, un aspetto che gli investigatori stanno verificando con la massima attenzione, vagliando ogni pista con rigore scientifico e senza pregiudizi.
La complessità del territorio e la necessità di ricostruire un quadro completo della personalità e delle relazioni della vittima richiedono un’indagine lunga e approfondita, che coinvolge diverse unità specializzate e che mira a restituire alla comunità un senso di sicurezza e giustizia.

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