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venerdì 24 Ottobre 2025

Sequestri e Indagini a Molfetta: Sotto Assalto la Gestione Rifiuti

Un’operazione finanziaria di ingente portata, con un patrimonio immobiliare e monetario per un valore complessivo stimato superiore ai due milioni di euro posto sotto sequestro, ha colpito l’azienda municipalizzata responsabile della gestione dei rifiuti solidi urbani a Molfetta (Bari).
Il provvedimento, emesso dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Trani e finalizzato alla confisca, interviene nell’ambito di un’indagine più ampia che solleva interrogativi sulla trasparenza e la legalità nella gestione finanziaria e patrimoniale di enti pubblici e società operanti nel delicato settore ambientale.

Il sequestro, che include un ramo d’azienda stimato in circa 600.000 euro e depositi bancari per 1.408.000 euro, si inserisce in una serie di accertamenti iniziati mesi prima, con un precedente intervento nei confronti di una società privata con sede a Barletta, anch’essa operante nel settore ambientale.

In questa occasione, diversi dirigenti di entrambe le società coinvolte sono stati iscritti nel registro degli indagati con l’accusa di concorso in bancarotta fraudolenta, evidenziando una potenziale sistematizzazione di pratiche illegali.

Le indagini hanno ricostruito un quadro preoccupante, rivelando come, nel periodo compreso tra il 2017 e il 2023, la municipalizzata di Molfetta avrebbe indebitamente beneficiato di flussi finanziari e di risorse patrimoniali a danno di una società preesistente, già in stato di fallimento e in liquidazione giudiziale.

A monte di questo presunto danno finanziario, si colloca un contratto di “rent to buy” biennale, del valore nominale di 594.000 euro, attraverso il quale la società in liquidazione avrebbe trasferito alla municipalizzata la proprietà di un impianto industriale cruciale per la selezione dei rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata, senza adempiere al pagamento dei canoni previsti.
L’accusa contesta inoltre un impatto diretto della gestione dell’impianto da parte della municipalizzata sullo stato di dissesto finanziario della società in liquidazione.

Questo impatto sarebbe stato amplificato da una serie di proroghe contrattuali oltre i termini stabiliti e da un significativo incremento del personale impiegato, passando da un organico di 21 a ben 47 unità, proprio in prossimità della scadenza del contratto.
La gravità della situazione è aggravata da ulteriori accuse che contestano alla municipalizzata la violazione del Testo Unico Ambientale, con una gestione dei rifiuti disforme rispetto alle autorizzazioni previste, che avrebbe di fatto creato una discarica non autorizzata.
Il sequestro dei depositi bancari è legato, inoltre, all’ipotesi di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, con l’omissione di controlli fiscali e pagamenti diretti alla società in liquidazione, eludendo così il versamento delle imposte dovute all’Agenzia delle Entrate.

Il tribunale ha provveduto a nominare un amministratore giudiziario per la gestione dei beni sequestrati, segnando una fase cruciale nell’indagine e aprendo la strada a possibili azioni correttive volte a risanare la situazione finanziaria e a garantire la piena legalità nella gestione dei servizi pubblici essenziali.

L’evento solleva interrogativi profondi sulla governance degli enti locali e sulla necessità di rafforzare i meccanismi di controllo e trasparenza nella gestione delle risorse pubbliche, soprattutto in settori strategici come la gestione dei rifiuti.

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