La recente ondata di siccità che ha colpito il Sud Italia ha messo a dura prova la gestione delle risorse idriche, sollevando interrogativi cruciali sulla solidarietà interregionale e sull’autonomia delle singole comunità.
Nel contesto di questa emergenza, il ruolo del Liscione, la diga che alimenta Campobasso e altri comuni del versante destro del Molise, si è rivelato fondamentale.
La sua capacità di bilanciare i flussi e mantenere riserve adeguate ha permesso di evitare disagi per la popolazione locale, confermando l’importanza strategica di questo invaso e della sua gestione oculata.
Le richieste di trasferimento di “surplus” idrici, avanzate in seguito alla dichiarazione dello stato di emergenza in Puglia, necessitano di un’analisi rigorosa e indipendente, basata su dati scientifici inequivocabili.
Un approccio impulsivo e privo di una valutazione tecnica approfondita rischia di compromettere l’autonomia idrica del Molise, esponendo la regione a conseguenze imprevedibili e potenzialmente dannose.
È imperativo che la Regione Molise definisca una posizione chiara e ponderata, fondata su evidenze concrete e non su pressioni esterne.
La tutela delle esigenze primarie dei cittadini molisani deve rappresentare la priorità assoluta, bilanciando l’imperativo della cooperazione interregionale con la salvaguardia del patrimonio idrico locale.
La solidarietà, principio fondamentale, non può tradursi in un trasferimento indiscriminato di risorse che, al contrario, amplifichi le difficoltà già esistenti.
L’imminente discussione del Consiglio regionale sull’aggiornamento annuale dell’Egam (Ente Gestione Acque Molise) offre un’opportunità cruciale per valutare lo stato del sistema idrico regionale e delineare le strategie future.
Questo passaggio legislativo dovrebbe essere utilizzato per analizzare a fondo le vulnerabilità del sistema e individuare soluzioni innovative per una gestione più efficiente e sostenibile.
L’elaborazione di un piano di emergenza idrica regionale, a lungo sollecitato, non può essere più procrastinata.
Una pianificazione preventiva, basata su scenari di crisi realistici e su misure di mitigazione concrete, è essenziale per consentire interventi tempestivi e mirati in caso di eventi estremi.
Ogni decisione relativa a possibili surplus idrici deve essere subordinata a studi scientifici approfonditi, che tengano conto delle reali disponibilità e delle esigenze di tutti i settori economici e sociali.
Le precedenti esperienze, come l’accordo con la Campania, hanno dimostrato i rischi di impegni vincolanti assunti senza una valutazione accurata delle risorse disponibili.
È fondamentale evitare di ripetere gli errori del passato, garantendo che qualsiasi accordo interregionale sia basato su dati certi e su una pianificazione realistica.
L’auspicio è che la conferenza del 18 novembre in Capitanata possa rappresentare un momento di svolta, un’occasione per presentare una voce unita e coerente, che esprima in modo chiaro e inequivocabile gli interessi del Molise.
È necessario che il Governo regionale abbandoni la reattività e abbracci una politica di gestione proattiva, riconoscendo l’acqua come un bene comune, non come una risorsa negoziabile in base alle emergenze del momento.
La sua valorizzazione richiede una visione strategica e una pianificazione a lungo termine, finalizzata a garantire la sostenibilità e l’equità nella distribuzione di questo bene prezioso.







