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giovedì 30 Ottobre 2025

Stornara, furgone postale d’emergenza: crisi e abbandono nel Foggiano

A Stornara, nel cuore del Foggiano, una risposta temporanea si materializza in un furgone mobile di Poste Italiane, un intervento d’emergenza volto a lenire le ferite lasciate da una spirale di atti vandalici che stanno mettendo a dura prova la tenuta sociale ed economica di un intero territorio.

L’iniziativa, resa necessaria a seguito dell’ennesima aggressione – questa volta al bancomat di Intesa Sanpaolo – segna il culmine di una crisi che ha già visto l’esplosione dello sportello automatico dell’ufficio postale il 14 agosto scorso, aggravando una situazione già compromessa dalla progressiva desertificazione dei servizi finanziari in aree periferiche.

L’impatto di questi eventi non si limita alla mera impossibilità di prelevare denaro contante.

Si tratta di un sintomo di una più ampia crisi di sicurezza e di un senso di abbandono che pervade la comunità.

Il furgone mobile, attivo dalle 8:20 alle 13:35 dal lunedì al sabato, rappresenta un palliativo, un tentativo di garantire una parvenza di continuità nei servizi postali essenziali, ma non affronta le cause profonde del fenomeno.
Il sindaco Roberto Nigro, con una missiva urgente al Ministro dell’Interno e al Prefetto di Foggia, ha sollevato la questione a livello istituzionale, evidenziando come Stornara non sia un caso isolato.
La crisi si estende a comuni limitrofi come Stornarella, Orta Nova, Carapelle e Ordona, tutti appartenenti ai cosiddetti “Cinque Siti reali”, un’area geografica e sociale particolarmente vulnerabile.
La presidente dell’unione dei Cinque Siti, Adalgisa La Torre, ha immediatamente convocato un consiglio monotematico per analizzare la situazione e trovare soluzioni condivise, con particolare attenzione alle esigenze della popolazione anziana, profondamente penalizzata dalla mancanza di servizi finanziari.

Le parole di La Torre dipingono un quadro desolante: “Erano morti annunciate”.

Questa constatazione amara riflette una crescente sensazione di precarietà e una mancanza di prospettive per il futuro.

La difficoltà di accesso al denaro contante non è solo un disagio pratico, ma un freno allo sviluppo economico locale, un ostacolo per l’esercizio della dignità dei cittadini, soprattutto per chi, come molti anziani, fatica ad abbracciare le soluzioni digitali.

L’area, inoltre, riveste un significato storico e culturale significativo in quanto tappa cruciale della Via Francigena, un percorso di pellegrinaggio millenario.
La difficoltà di offrire ai viaggiatori la possibilità di prelevare denaro contante getta una luce impietosa sulla fragilità dell’accoglienza turistica e sull’immagine complessiva del territorio.

Le forze dell’ordine, pur impegnate, appaiono insufficienti ad arginare il fenomeno.

La richiesta di un intervento militare, pur controversa, testimonia la disperazione di una comunità che si sente abbandonata e desiderosa di un segnale forte di presenza e di protezione.

La speranza risiede ora nella convocazione del tavolo tecnico alla Prefettura, auspicando che possa portare a soluzioni concrete e durature, affrontando non solo le emergenze immediate, ma anche le radici profonde di una crisi che rischia di compromettere il futuro dell’intera area.

Si tratta di un problema di sicurezza, ma anche di sviluppo, coesione sociale e tutela del patrimonio culturale e paesaggistico.

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