mercoledì, 25 Giugno 2025
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Tarantо, Giannattasio in carcere: indagini trasferite a Brindisi

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Il Tribunale di Taranto ha visto convalidata la misura cautelare in carcere per Camillo Gianattasio, cinquantasette anni, residente a San Giorgio Jonico, figura chiave nelle intricate indagini che hanno portato alla tragica perdita del brigadiere capo Carlo Legrottaglie. La decisione del giudice per le indagini preliminari (GIP) Francesco Maccagnano non solo ratifica l’arresto, ma sancisce anche l’incompetenza territoriale del Tribunale tarantino, determinando il trasferimento degli atti alla Procura di Brindisi. Questo spostamento è motivato dalla gravità del reato di omicidio, presumibilmente consumato nelle campagne di Francavilla Fontana, dove la vicenda ha avuto origine.Gianattasio, al momento dell’arresto, ha esercitato il diritto al silenzio, limitandosi a non rilasciare dichiarazioni. L’imputazione provvisoria che gli viene contestata si focalizza sulla detenzione abusiva di armi e munizioni, aggravata dalla presunta ricettazione. Sebbene privo di precedenti penali, Giannatasio si è trovato coinvolto in un contesto drammatico che ha visto come protagonista anche Michele Mastropietro, un uomo di Carosino con una storia penale pregressa, deceduto durante un violento confronto a fuoco con le forze dell’ordine.Le dinamiche che hanno portato alla morte del brigadiere Legrottaglie rimangono oggetto di approfondita analisi investigativa, ma l’ipotesi più accreditata è che sia stato Mastropietro a compiere l’azione fatale, per poi soccombere a sua volta durante lo scontro a fuoco. L’evento, che ha scosso profondamente la comunità locale e l’intera provincia, solleva interrogativi complessi sulla gestione delle armi illegali, le possibili connessioni tra i due uomini e, più in generale, sulla sicurezza del territorio. La decisione del GIP e il trasferimento della competenza territoriale alla Procura di Brindisi segnalano la necessità di un’indagine approfondita e imparziale, finalizzata a chiarire tutti gli aspetti di questa vicenda tragica e a ristabilire un senso di giustizia per la famiglia del brigadiere Legrottaglie e per l’intera collettività. Il caso evidenzia, inoltre, la delicatezza e la complessità del ruolo delle forze dell’ordine nel contrasto alla criminalità organizzata e alla diffusione di armi illegali, un impegno costante che richiede risorse, competenze e una forte collaborazione tra le istituzioni.

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