La vicenda di Tatiana Tramacere si dipana come un intricato mosaico di confessioni, silenzi e apparenti incongruenze, al centro del quale si erge la figura di Dragos-Ioan Gheormescu, trentenne testimone e, potenzialmente, molto di più.
La ricostruzione dei fatti, così come emerge dalle prime deposizioni rilasciate all’autorità giudiziaria, rivela una donna apparentemente fragile, desiderosa di una momentanea evasione dal mondo, e un uomo gravato dal peso della sua fiducia.
Dragos ha inizialmente descritto un quadro di profonda malinconia che affliggeva Tatiana.
La ragazza, secondo la sua narrazione, aveva richiesto il suo aiuto per allestire un periodo di ritiro volontario, un’autentica pausa dalla pressione sociale, con l’intenzione di riprendere il suo percorso di vita in brevissimo tempo.
Questa versione dei fatti è stata, almeno in apparenza, confermata dalla stessa Tatiana, giunta in ospedale per accertamenti ed ora tornata a casa.
Tuttavia, il racconto di Dragos si è rivelato ben più complesso, innescando una spirale di interrogativi che l’inchiesta sta cercando di dirimere.
L’uomo avrebbe ammesso, durante l’interrogatorio, di aver tentato di convincere Tatiana a rinunciare alla sua iniziativa, forse spinto dalla volontà di placare il crescente clamore mediatico che la vicenda stava generando.
Questo dettaglio, apparentemente minore, solleva interrogativi sulla natura del loro rapporto e sulla reale comprensione che Dragos aveva delle intenzioni di Tatiana.
La ricerca della ragazza, durata diversi giorni, ha portato i carabinieri a scoprire un luogo inaspettato: un abbaino, immerso nell’oscurità, a cui si accedeva liberamente dal terrazzo dell’edificio.
La scelta di nascondersi in quel luogo, lontano dagli occhi, suggerisce un profondo desiderio di occultamento e una vulnerabilità emotiva difficile da quantificare.
Le indagini del nucleo investigativo hanno portato alla luce una relazione, al di là delle semplici amicizie, tra Dragos e Tatiana.
Immagini riprese dalle telecamere di sorveglianza mostrano un contatto fisico inequivocabile, un bacio appassionato nel parco Raho, e successivamente l’ingresso dei due nella palazzina abitata dal giovane.
Da quel momento, Tatiana è scomparsa dal campo visivo pubblico.
Dragos ha attribuito il suo stato d’animo a un periodo di profonda crisi, non escludendo problematiche legate alla salute, seppur senza fornire dettagli precisi.
La sua reazione al ritrovamento, descritta come un misto di sollievo e sgomento – “Non ho fatto niente”, avrebbe esclamato spaventata, riferendosi alle circostanze della scomparsa – lascia intravedere un profondo senso di colpa e, forse, un tentativo di distanziarsi da un coinvolgimento più complesso.
La vicenda, ancora in fase di ricostruzione, si presenta come un intricato puzzle in cui ogni pezzo – le telecamere, le confessioni, il luogo del nascondiglio – contribuisce a definire un quadro di relazioni ambigue, fragilità emotive e un silenzio assordante che nasconde, forse, verità ancora da rivelare.






