Un grido d’allarme si leva dalle Isole Tremiti, un arcipelago di rara bellezza incastonato nell’Adriatico, patrimonio naturale e culturale di inestimabile valore.
La sindaca Annalisa Lisci, con una missiva indirizzata al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, solleva un problema urgente: la gestione del Parco Nazionale del Gargano, e in particolare le sue ripercussioni sull’area marina protetta delle Diomedee, rischia di compromettere irreparabilmente l’equilibrio ecologico, l’economia locale e l’identità di una comunità fragile e resiliente.
La presenza delle Isole Tremiti all’interno del Parco del Gargano, sebbene risalente al 1991, si rivela problematica.
La singolarità del contesto insulare, con la sua profonda connessione con il mare e con le attività di pesca e turismo, contrasta con la natura montuosa e le dinamiche socio-economiche del Gargano continentale.
Questa disomogeneità si traduce in una serie di vincoli imposti dall’Ente Parco, spesso percepiti come scollegati dalla realtà e dalle esigenze primarie della popolazione.
L’episodio più recente e critico concerne l’approvazione di un progetto per la realizzazione di un “parco boe”, una soluzione apparentemente volta a favorire il diportismo.
Tuttavia, l’installazione di circa cento boe, che implica la trivellazione dei fondali marini, rappresenta una ferita profonda per l’ecosistema sottomarino e una fonte di preoccupazione per la comunità.
La rimozione stagionale di queste boe, inoltre, lascia il mare “ferito” e priva l’arcipelago di benefici tangibili.
L’ironia della situazione è amplificata dal fatto che il Comune ha ottenuto un finanziamento per la costruzione di un porto, un’infrastruttura strategica in grado di offrire respiro economico e logistico alle Isole Tremiti.
L’avvio, in questo contesto, di un intervento invasivo come quello del “parco boe”, senza un reale confronto con la popolazione, appare come un cortocircuito che nega i progressi fatti e mette a repentaglio il futuro dell’arcipelago.
Il Comune ha cercato, attraverso richieste di incontro con Ispra e il Ministero dell’Ambiente, di proporre una variante progettuale che concili tutela ambientale e sviluppo sostenibile.
La risposta ricevuta, però, è stata l’inizio dei lavori, sintomo di una distanza incolmabile tra le esigenze della comunità e le decisioni dell’Ente Parco, che sembra privilegiare logiche economiche a discapito della voce dei residenti.
La lettera al Presidente Mattarella non è solo un appello disperato, ma una richiesta di giustizia per un territorio dimenticato, una comunità marginalizzata e un ecosistema vulnerabile.
È un’invocazione a un intervento che sappia valorizzare la specificità delle Isole Tremiti, salvaguardandone l’identità, la resilienza economica e la sopravvivenza, al di là di una visione apparente di tutela ambientale che si rivela, in realtà, un danno irreparabile.
È un monito a ripensare il ruolo delle istituzioni e a promuovere un modello di sviluppo che ponga al centro l’uomo e il suo rapporto con l’ambiente, in un dialogo costruttivo e rispettoso delle diversità.