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Comune di Bari

Trentacinque anni senza Nicola Ciuffreda: un imprenditore, un eroe, una ferita.

Il 14 settembre segna il trentacinquesimo anniversario della tragica scomparsa di Nicola Ciuffreda, figura emblematica della storia foggiana.
Imprenditore edile, Ciuffreda pagò con la vita il suo coraggio: denunciò pubblicamente gli estorsori che lo minacciavano, rifiutandosi di cedere al racket che strangolava l’economia locale.

La sua vicenda, rievocata dall’assessore alla legalità del Comune di Foggia, Giulio De Santis, getta luce su un’epoca oscura, quando l’edilizia, motore trainante dello sviluppo foggiano, era terreno fertile per l’infiltrazione mafiosa, strutturata e violenta, identificata come “Società Foggiana”.
La morte di Ciuffreda, un atto deliberato e brutale, non suscitò una reazione popolare immediata.
La famiglia, come ha ripetutamente sottolineato il figlio Roberto, si trovò a confrontarsi con il dolore e la solitudine, un isolamento amplificato dalla velocità con cui l’inchiesta giudiziaria si concluse, con un’impunità che oggi apparirebbe sconcertante.

La rapidità con cui l’indagine si chiuse, privando la comunità foggiana di un processo di elaborazione collettiva, evidenziò una profonda difficoltà del sistema giudiziario dell’epoca a contrastare efficacemente il potere mafioso radicato.

Solo anni dopo, con la sentenza definitiva nel processo Panunzio, la verità emerse con prepotenza: l’omicidio Ciuffreda era stato deliberato dagli stessi individui che, in seguito, ordinarono l’uccisione di Giovanni Panunzio, un altro imprenditore che si era opposto alle logiche criminali.

Questa connessione, rivelata a distanza di anni, sottolinea l’esistenza di un disegno criminoso più ampio e la sua capacità di perpetuarsi nel tempo.

La storia di Giovanni Panunzio, e il coraggio del testimone di giustizia Mario Nero, scomparso prematuramente nel 2021, rappresentano un faro di speranza.
Le dichiarazioni di Nero furono cruciali non solo per l’identificazione dei responsabili dell’omicidio Panunzio, ma anche per svelare le dinamiche della violenza mafiosa a Foggia, rompendo un muro di omertà e paura.
Il suo contributo inestimabile ha permesso di ricostruire un quadro preciso e dettagliato delle attività criminali, fornendo elementi fondamentali per le indagini e per la giustizia.

Il ricordo di Nicola Ciuffreda, unito alla memoria di Giovanni Panunzio e all’eredità di Mario Nero, è custodito con cura da Libera, che attraverso il presidio cittadino dedicato, mantiene viva la fiamma della sua memoria e promuove una cultura della legalità e della giustizia.
A trentacinque anni dalla sua morte, la sua vicenda ci interpella a riflettere sulla necessità di una vigilanza costante, di un impegno collettivo e di una profonda trasformazione culturale per sradicare le radici della criminalità organizzata e per onorare il sacrificio di coloro che hanno combattuto per la libertà e la giustizia a Foggia.
Il suo esempio ci invita a non dimenticare e a continuare a costruire un futuro più giusto e sicuro per le nuove generazioni.

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