L’abilità e la sofisticazione delle truffe online continuano a evolversi, come dimostra un recente episodio verificatosi a Galatina (Lecce), dove un imprenditore è stato vittima di un’ingegnosa operazione di phishing e social engineering. L’accaduto non solo evidenzia la vulnerabilità delle vittime potenziali, ma anche la crescente capacità dei truffatori di impersonare autorità e istituzioni per acquisire informazioni sensibili e denaro.La sequenza degli eventi iniziò con la ricezione di un SMS apparentemente legittimo, mascherato da comunicazione ufficiale della banca dell’imprenditore. Questo messaggio, elemento cruciale nella strategia di phishing, mirava a instillare un senso di urgenza e preoccupazione, inducendo la vittima ad agire rapidamente senza un’adeguata riflessione. La richiesta di confermare un presunto pagamento di diecimila euro, presentata come un’emergenza da risolvere immediatamente, rappresentava il primo passo nella trappola.La reazione dell’imprenditore, contattando il numero verde indicato, lo ha direttamente indirizzato nel cuore dell’inganno. Il truffatore, abilmente camuffato da operatore bancario, ha inizialmente simulato di aver bloccato la transazione sospetta, rafforzando la fiducia della vittima e preparando il terreno per la richiesta successiva. L’introduzione del tentativo di un’altra transazione, questa volta di importo molto più elevato (50.000 euro), ha amplificato la sensazione di pericolo e acuito la necessità percepita di agire con sollecitudine.La successiva telefonata, presentata come comunicazione ufficiale della Polizia di Stato, ha elevato l’inganno a un livello superiore di credibilità. L’uso del numero fisso del centralino della Questura di Lecce, un dettaglio apparentemente casuale ma strategicamente calcolato, ha contribuito in modo significativo a consolidare la percezione di legittimità dell’operazione. Sebbene l’imprenditore abbia ricevuto istruzioni apparentemente salvifiche da un operatore che si spacciava per della Polizia, queste hanno paradossalmente accelerato il processo di estorsione.L’ulteriore telefonata, proveniente nuovamente da un falso operatore bancario, ha culminato nella richiesta di trasferire immediatamente l’intero patrimonio disponibile su un conto corrente designato. Sotto la pressione del tempo e l’illusione di essere protetto dalle autorità, l’imprenditore ha eseguito le istruzioni, cedendo al raggiro. Solo successivamente, contattando la Polizia Postale di Lecce e accertandosi che nessuno avesse mai preso contatti con lui, ha compreso di essere stato vittima di una truffa di tale portata.L’intervento tempestivo della Polizia Postale di Lecce ha permesso il recupero della somma di circa 40.000 euro, un risultato positivo che, tuttavia, non attenua la gravità dell’episodio. Questo caso serve da monito per tutti, sottolineando l’importanza di mantenere un sano scetticismo, verificare sempre l’autenticità delle comunicazioni e non fornire mai informazioni personali o finanziarie a persone sconosciute, nemmeno in risposta a presunte chiamate o SMS da istituzioni ufficiali. La vigilanza e l’educazione alla sicurezza informatica sono strumenti essenziali per proteggersi da queste minacce sempre più sofisticate.