Prospettive di eccellenza per la vendemmia pugliese: un’analisi approfondita tra resilienza, biodiversità e sfide fitosanitarieLa stagione vendemmiale in Puglia si preannuncia particolarmente favorevole, con una crescita stimata della produzione del 17% rispetto al 2023.
Un quadro positivo delineato da un rapporto congiunto di Assoenologi, Unione Italiana Vini (UIV) e ISMEA (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare), frutto di un’indagine condotta in stretta collaborazione con le Regioni e il Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.
Questo risultato non è un mero dato quantitativo, ma il frutto di un complesso intreccio di fattori ambientali, agronomici e gestionali che testimoniano la capacità del territorio pugliese di reagire positivamente, seppur con alcune sfide, alle mutate condizioni climatiche.
L’incremento della produzione, che porterà a una resa complessiva di circa 9 milioni di ettolitri di vino e mosto, contro i 7.672 del 2023, riflette un ciclo vegeto-produttivo sorprendentemente equilibrato.
Nonostante le ondate di calore estive tra giugno e agosto, le precipitazioni, puntualmente distribuite, hanno garantito un’alta fertilità delle gemme, favorendo una maturazione graduale e regolare delle uve.
Questa maturazione omogenea è cruciale per l’estrazione di aromi e polifenoli, elementi chiave che determinano la qualità organolettica del vino.
Il rapporto non si limita a una previsione quantitativa, ma analizza anche la situazione dei vitigni simbolo della regione.
Le aspettative sono particolarmente alte per il Negroamaro, il Primitivo e il Nero di Troia, varietà autoctone che incarnano l’identità enologica pugliese.
Tuttavia, il report sottolinea l’importanza di valorizzare anche i vitigni meno conosciuti, come il Bombino Bianco e il Minutolo, custodi di un patrimonio di biodiversità che contribuisce a diversificare l’offerta enologica regionale e a garantire una maggiore resilienza del sistema agricolo.
La resilienza si è manifestata anche nella capacità di affrontare le sfide fitosanitarie.
L’oidio, una delle malattie fungine più comuni nella viticoltura, e la cicalina africana, un insetto invasore, hanno rappresentato potenziali minacce alla salute delle viti.
Tuttavia, grazie a un monitoraggio costante e all’applicazione di pratiche agronomiche mirate, i danni sono stati limitati, dimostrando l’efficacia delle strategie di prevenzione e controllo adottate.
Un approccio integrato, che combina osservazione attenta, interventi tempestivi e tecniche di lotta biologica, si rivela fondamentale per preservare la salute delle viti e garantire la qualità delle uve.
La vendemmia è iniziata a cavallo tra luglio e agosto con i vitigni a rapida maturazione come Chardonnay e Malvasia Bianca, e prosegue secondo un calendario differenziato che culminerà con la raccolta dei vitigni a maturazione tardiva come Aglianico e Cabernet Sauvignon.
L’attesa per i vitigni “nobili” del Salento, Negroamaro e Primitivo, è particolarmente sentita e segnerà l’apice di una stagione che si preannuncia memorabile per la viticoltura pugliese.
Il risultato finale dipenderà ora dall’andamento del clima nelle prossime settimane, ma le premesse sono eccellenti per un’annata di grande successo e un’ulteriore conferma del ruolo di primo piano della Puglia nel panorama vitivinicolo italiano.