martedì 14 Ottobre 2025
12.2 C
Comune di Bari

Violenza in carcere: Taranto, allarme crisi nel sistema pugliese.

L’istituto penitenziario di Taranto è stato teatro di un grave episodio di violenza, un duplice atto aggressivo che mette in luce una profonda e strutturale crisi all’interno del sistema carcerario pugliese.
La mattina del 13 ottobre, due detenuti, entrambi originari di Bari, hanno attaccato agenti della polizia penitenziaria, innescando dinamiche che hanno richiesto un intervento prolungato e hanno evidenziato una situazione di grave carenza di risorse e di controllo.
Il primo episodio si è verificato nell’ufficio della sorveglianza generale, dove un detenuto, durante una contestazione formale relativa a una infrazione disciplinare, ha aggredito la vicecomandante.
La rapidità di risposta degli agenti ha impedito un’escalation più seria, ma la tensione è immediatamente esplosa in un secondo atto di violenza.

Mentre il primo aggressore veniva scortato, un secondo detenuto si è scagliato contro il personale intervenuto, dando luogo a una colluttazione estenuante, protrattasi per oltre due ore, che ha richiesto un notevole dispendio di forze e un significativo stress emotivo per gli agenti coinvolti.
Il Coordinamento Sindacale Penitenziario (Cosp), attraverso le voci del segretario generale Domenico Mastrulli e del coordinatore regionale pugliese Luca Lionetti, ha sollevato un campanello d’allarme urgente.
La denuncia non si limita all’episodio di violenza in sé, ma si concentra sulle condizioni di lavoro che lo hanno reso possibile.
La carenza organica, stimata in almeno sessanta unità, costringe il personale a turni gravosi, spesso in violazione dei contratti collettivi, compromettendo la capacità di monitorare e gestire la popolazione detenuta.

Particolare allarme è stato sollevato in merito alla gestione del primo aggressore, un detenuto già precedentemente sospeso dal regime speciale di massima sicurezza (14 bis) e con precedenti di comportamenti violenti.

Il Cosp denuncia l’inerzia degli uffici del Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria (Prap) di Bari e del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria (Dap) di Roma, che non hanno disposto il trasferimento del detenuto in una struttura più idonea a garantire la sicurezza del personale e la propria rieducazione.

Questa omissione, secondo il sindacato, costituisce una grave responsabilità amministrativa.
Il Cosp interviene pertanto con forza, chiedendo una revisione radicale delle piante organiche e dei modelli organizzativi all’interno degli istituti penitenziari.

La sollecitazione è rivolta al nuovo provveditore regionale e al Dap affinché intervengano con urgenza, non solo per risolvere l’emergenza, ma per implementare un cambiamento strutturale.
L’imminente visita del sindacato presso l’istituto di Taranto servirà a raccogliere testimonianze dirette dal personale e a valutare in prima persona le condizioni di sicurezza, con l’obiettivo di formulare proposte concrete e fattibili.
L’episodio di Taranto, dunque, si configura come un sintomo di un sistema carcerario in crisi, che richiede interventi mirati e tempestivi per garantire la sicurezza, la dignità e la riabilitazione di tutti i soggetti coinvolti.

- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -