La Fiera del Levante di Bari si è trasformata in un crogiolo di emozioni e risate ieri sera, accogliendo Dario Brunori, in arte Brunori Sas, per la data pugliese del suo tour “L’albero delle noci”, nell’ambito del Locus festival.
Lungi dall’essere un semplice concerto, l’evento si è configurato come una vera e propria performance teatrale, un percorso artistico che ha saputo toccare corde profonde nell’animo del pubblico, mescolando la leggerezza dell’ironia con la densità di riflessioni esistenziali.
Brunori, affiancato dalla sua piccola orchestra – un ensemble di otto polistrumentisti abili nell’intrecciare percussioni, tastiere, archi, fiati e voci – ha dato vita a un viaggio sonoro, inaugurato con la struggente “Al di là dell’amore”.
Il cantautore, in questa occasione, ha descritto la serata come un percorso attraverso il disincanto, non come una conclusione definitiva, ma come un passaggio necessario per riscoprire una nuova, più autentica forma di incanto.
La performance ha alternato momenti di pura energia musicale a pause introspettive, durante le quali Brunori ha condiviso con il pubblico spunti di riflessione sul presente, un’epoca percepita come carica di contraddizioni e incertezze.
La sua versatilità strumentale, che lo ha visto transitare tra chitarra acustica, chitarra elettrica e pianoforte a mezza coda, ha contribuito a creare un’esperienza dinamica e coinvolgente.
L’artista ha sfoggiato una presenza scenica vibrante, trasformandosi in un rocker appassionato, capace di galvanizzare la platea.
Un momento particolarmente toccante è stato l’intervento a cuore aperto legato alla scomparsa del padre.
Attraverso la riproposizione di “Come stai”, un suo brano storico, Brunori ha condiviso un capitolo doloroso della sua esistenza, offrendo un messaggio di speranza e rinascita per chiunque stia affrontando un lutto.
L’interpretazione ha suscitato un’onda di commozione e partecipazione da parte del pubblico.
L’esecuzione de “L’albero delle noci”, brano che ha conquistato il terzo posto al Festival di Sanremo, è stata presentata con la consueta dose di autoironia e leggerezza.
L’interazione con il pubblico è stata un elemento chiave della serata, con cartelli creativi che spuntavano tra la platea, innescando dialoghi spontanei e divertenti, come la richiesta inusuale di “Dario, adottami”.
L’invito di un fan sul palco per cantare insieme “Guardia ’82” ha creato un’atmosfera di festa e complicità.
La conclusione, naturalmente, è stata affidata ai bis, accompagnati da un’immagine iconica: Brunori immortalato con uno striscione che celebra le sue radici calabresi, con un’espressione scherzosa che paragonava il suo talento artistico a una prelibatezza gastronomica locale, un tributo affettuoso e ironico all’identità e al territorio che lo hanno formato.
L’esperienza ha lasciato un segno indelebile, confermando Brunori Sas non solo come artista, ma come narratore di emozioni e pensieri, capace di creare un legame profondo con il suo pubblico.