Domani, Bari si appresta a ospitare un evento cinematografico di notevole importanza, il quarto capitolo della rassegna “Cinema Addiction”, promossa con l’autorevolezza dell’Apulia Film Commission.
L’appuntamento è con “Les amants du Pont-Neuf” di Leos Carax, un’opera che, per la prima volta in Italia, si presenta al pubblico nella sua nuova veste restaurata in 4K, un intervento che ne esalta la vibrante estetica e ne rivela dettagli precedentemente oscurati.
La proiezione simultanea, programmata per le ore 19:00, coinvolgerà non solo Bari (Multicinema Galleria), ma anche Lecce (Cineporto), Foggia (Laltrocinema Cicolella, grazie alla collaborazione con l’amministrazione comunale), e Brindisi (Arena Eden), estendendo così l’esperienza cinematografica a un pubblico più ampio e distribuendola su tutto il territorio regionale.
Il film, più che una semplice narrazione romantica, è una profonda meditazione sull’amore, la marginalità e la transitorietà dell’esistenza.
Al centro della vicenda troviamo Alex, un artista di strada e senzatetto che vive la propria arte in modo istintivo e anticonformista, e Michèle, una giovane studentessa d’arte tormentata da una malattia che le ha strappato la vista.
Il loro incontro, sullo sfondo suggestivo del Pont-Neuf, l’antico ponte parigino, segna l’inizio di una relazione intensa e complessa, una danza fragile tra dipendenza e libertà.
A fare da custode silenzioso di questa relazione atipica è Hans, un anziano barbone che incarna la resilienza dello spirito umano e offre un rifugio, sia fisico che emotivo, ai due amanti.
La loro esistenza, sospesa tra la precarietà e l’improvvisazione, si nutre di piccole gioie e di gesti di solidarietà, mitigando il peso del dolore e della solitudine.
Carax, con la sua poetica visionaria, decostruisce i canoni del cinema romantico, esplorando le zone d’ombra dell’amore e la bellezza che può emergere anche nelle situazioni più estreme.
Il degrado fisico e morale del luogo, un tempo simbolo di decadenza, contrasta con la purezza e l’intensità dei sentimenti che legano i protagonisti.
La dipendenza fisica e psicologica di Michèle da Alex, resa con cruda autenticità, diventa metafora della necessità di connessione umana e della fragilità della condizione esistenziale.
La prigionia di Alex e il successivo ritorno a casa di Michèle simboleggiano la natura effimera delle relazioni e l’ineluttabilità del tempo.
L’ultimo incontro, sul Pont-Neuf trasformato, simbolo di rinascita e di integrazione sociale, pone interrogativi sulla possibilità di un amore eterno e sulla capacità di ritrovare la stessa intensità in un contesto mutato.
“Les amants du Pont-Neuf” non è solo un film, ma un’esperienza sensoriale ed emotiva che invita lo spettatore a riflettere sulla condizione umana, la bellezza nascosta e la potenza trasformatrice dell’amore, anche quando si manifesta ai margini della società.