Nel cuore pulsante di Taranto, dove la storia millenaria si intreccia con la contemporaneità, il Museo Archeologico Nazionale (MArTA) ha rappresentato il palcoscenico inaugurale di “Disegno vuoto”, un progetto artistico ambizioso ideato dal poliedrico Peter Bottazzi. L’iniziativa, parte integrante del Map Festival – una piattaforma culturale che esplora le affascinanti connessioni tra musica, architettura e discipline parallele – non si limita a un semplice allestimento, ma si configura come un vero e proprio intervento urbano, un invito a riscoprire la città attraverso una lente artistica innovativa.La scelta del giroscala monumentale del MArTA, con la sua risonanza storica e la sua imponente presenza architettonica, ha conferito all’evento un significato profondo, un ponte ideale tra il passato glorioso di Taranto e le aspirazioni del presente. Le opere di Bottazzi, tre installazioni concettuali distribuite strategicamente in diverse location significative – l’ex libreria Mandese in via D’Aquino, la libreria Feltrinelli in via Di Palma e, naturalmente, il MArTA – trascendono la mera estetica per interrogare l’identità urbana e il rapporto tra memoria e spazio.Bottazzi, attraverso un linguaggio artistico che gioca con le assenze, i vuoti, le sovrapposizioni, non intende cancellare o sostituire ciò che esiste, ma piuttosto rivelarne la potenziale ricchezza. I suoi “vuoti” sono, in realtà, carichi di vibrazioni, evocano il ritmo della storia, stimolano la contemplazione e invitano lo spettatore a un’esperienza sensoriale e intellettuale che va al di là della semplice visione. L’artista parla di un dialogo costante con i luoghi, una paziente decostruzione e reinterpretazione di elementi preesistenti, storici, per svelare nuove prospettive e significati nascosti.La direttrice del MArTA, Stella Falzone, ha sottolineato con forza il ruolo cruciale del museo non solo come custode del patrimonio archeologico, ma anche come fulcro della vita culturale contemporanea. Questa collaborazione con il Map Festival testimonia l’impegno del museo ad aprirsi al dialogo con l’arte contemporanea, a reinventarsi costantemente e a rimanere un luogo vivo, dinamico e accessibile a tutti.Piero Romano, co-direttore artistico del Map Festival, ha magistralmente descritto l’essenza stessa della rassegna: portare l’arte laddove ci si aspetta meno, in luoghi inaspettati, per stimolare la riflessione e la partecipazione attiva. Le installazioni di Bottazzi, con la loro capacità di provocare una pausa, un momento di contemplazione, invitano a una nuova lettura del paesaggio urbano e culturale di Taranto, a una riscoperta delle sue radici e delle sue potenzialità.Il Map Festival, con “Disegno vuoto”, trasforma Taranto in un vasto spazio espositivo diffuso, un percorso artistico che intreccia memoria storica e visione contemporanea, un invito a immergersi in una città che si rivela, a ogni angolo, come un palinsesto di storie e di significati. L’esperienza diventa così un viaggio partecipativo, un’occasione per riscoprire la bellezza nascosta e la complessità di un territorio ricco di fascino e di identità.
Disegno vuoto: Bottazzi trasforma Taranto tra storia e arte contemporanea.
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