sabato, 19 Luglio 2025
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La vera guerra in Italia è quella dei diritti: chi ha davvero paura di perdere?.

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La lista dei nomi è lunga e infinita, come le vittime del lavoro che continuano ad aumentare. Daniel, Umberto e Nicola sono solo tre tra i numerosi lavoratori deceduti in questi primi mesi dell’anno. La cifra è impressionante: oltre 300 morti, un numero che supera facilmente il conto se si moltiplicassero per cento i nomi di queste vittime.Ma cosa è andato storto? È possibile che sia successo semplicemente perché nuovi diritti sono stati introdotti al posto di quelli vecchi. Diritti come quello di lasciare liberi i criminali di guerra, o di permettere ai torturatori di stuprare bambini su un volo di Stato. Oppure il diritto di presidiare i consultori e di torturare i sospettati, di manganellare i manifestanti e di respingere chi sta affogando.Ma non è tutto, perché ci sono anche i nuovi diritti di reprimere ogni forma di resistenza non violenta. È questa la nuova realtà in cui viviamo, una realtà in cui la libertà e la giustizia sembrano essere solo parole da ricordare.Michele Rondino, direttore artistico del concerto Uno Maggio Libero e Pensante, ha letto un testo dal palco accompagnato dalle note di Rodrigo D’Erasmo e Roberto Angelini. Ha ricordato il dramma dei migranti che hanno perso la vita cercando di raggiungere la spiaggia di Steccato di Cutro, quando si parlò di omissione di soccorso e strage evitabile.Rondino ha criticato la premier Meloni per aver organizzato una conferenza stampa a Cutro in cui fu anche presente il ministro Salvini, che cantava La Canzone di Marinella, un canto che racconta la storia di una ragazza che affoga. È stato un momento imbarazzante e incredibile, ed è solo uno degli esempi della nuova realtà che stiamo vivendo.La guerra continua a mietere vittime in Gaza, con oltre 50mila morti. E il ronzio dei droni israeliani diventa sempre più costante. È vero che siamo in una guerra chirurgica, ma non è così chirurgica come sembra, perché produce vittime e sofferenza.Rondino ha ribadito che non possiamo permetterci di usare termini come genocidio, forse perchè tacitamente abbiamo già adottato il diritto di raccontare la storia in un mondo più asettico, più freddo, più disumano. È una realtà che ci fa sentire tristi e smarriti, ma dobbiamo continuare a lottare per i nostri diritti e per la giustizia.Non possiamo permetterci di essere indifferenti davanti alla violenza e alla morte, non possiamo permetterci di vivere in un mondo dove le vittime sono sempre più numerose e le cause della loro morte sono sempre più frequenti. Dobbiamo continuare a lottare per la libertà, per la giustizia e per la vita, perché solo così potremo costruire un mondo migliore per tutti noi.

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