L’Annual Report Pirelli 2024, “Turning Points”, non si limita a presentare dati economici; si configura come un viaggio interpretativo nel tessuto mutevole della contemporaneità, esplorando cinque elementi simbolici – tatuaggi, alberi, post sui social media, meditazione e orologi – come finestre su nuove esigenze e sensibilità che plasmano il nostro tempo.
Un’iniziativa, nata nel 2010 grazie alla visione del Senior Vice President Communication Maurizio Abet, che integra la rigorosa presentazione dei bilanci con un racconto più ampio dell’azienda, della sua storia e della sua identità, arricchito dalla collaborazione di figure di spicco nel panorama culturale.
Quest’anno, il report accoglie le voci di Teju Cole, scrittore, storico e fotografo, che riflette sul tempo attraverso la metafora dell’orologio; David George Haskell, biologo e scrittore, si immerge nel mondo degli alberi; Mariangela Gualtieri, poetessa, analizza la meditazione; Tommaso Pincio, vincitore del Premio Strega Europeo, scruta l’universo dei post digitali; e Walter Siti, Premio Strega, esplora il significato dei tatuaggi.
Le loro riflessioni, accompagnate dalle evocative illustrazioni di Elisa Talentino, sono state oggetto di un videotalk e di un incontro pubblico al Libro Possibile, festival sostenuto da Pirelli, in un dialogo aperto con Marco Tronchetti Provera, Tommaso Pincio e Antonello Piroso.
Teju Cole, in “Timekeeper”, invita a considerare gli orologi non come semplici strumenti di misurazione, ma come archivi silenziosi delle nostre storie, custodi di esperienze, angosce ed esultanze.
David George Haskell, in “Trees as catalysts for imagination and belonging”, sottolinea l’urgente necessità di riconnetterci con la natura, con gli alberi in particolare, non come un mero atto estetico, ma come un’esperienza trasformativa che ci permette di trascendere i limiti della nostra percezione individuale e di abbracciare una più ampia consapevolezza del nostro essere umani.
Mariangela Gualtieri, nella sua “Meditazione”, offre una lettura critica dell’approccio occidentale alla pratica meditativa, spesso caricata di stereotipi e ridotta a una forma di spiritualizzazione superficiale.
Lei suggerisce che l’anima, intesa come culmine della spiritualità nel senso comune, rappresenti per chi persegue un percorso spirituale più profondo una dimensione quasi materiale.
Tommaso Pincio, in “Post”, dipinge un quadro inquietante della comunicazione digitale contemporanea, dove individui dialogano con il vuoto, proiettando la propria immagine su schermi e condividendo monologhi su piattaforme sociali.
L’anno 2010, con la presentazione dell’iPhone 4 da parte di Steve Jobs e l’introduzione della fotocamera frontale, segna un punto di svolta: il telefono, da semplice prolungamento dell’occhio, si trasforma in uno specchio.
Infine, Walter Siti, in “Devoti di San Bartolomeo”, analizza il tatuaggio come espressione di un’identità in continua evoluzione, sostituendo il tradizionale invito alla conoscenza di sé con la pretesa egocentrica di auto-espressione.
La pratica del tatuaggio diventa un’affermazione di sé, una forma di comunicazione simbolica che trasforma il corpo in una tela, una lavagna, un cartellone pubblicitario.
Un’ode all’individualismo, alla ricerca spasmodica di un’identità tangibile, impressa sulla pelle.