Pop Art a Foggia: un’immersione nel cuore del movimento

Dal 22 novembre 2025 al 7 gennaio 2026, la galleria d’arte contemporanea di Foggia si trasformerà in un vibrante crogiolo di iconografia popolare, accogliendo una retrospettiva di ampio respiro dedicata alla Pop Art.
Più che una semplice esposizione, si prefigge di essere un’immersione nel cuore pulsante di un movimento che, con la sua audace irruzione nel panorama artistico del secondo dopoguerra, ha radicalmente ridisegnato il confine tra “arte” e “cultura di massa”.
Come sottolinea il curatore Giuseppe Benvenuto, la Pop Art non fu semplicemente un cambiamento stilistico, ma una vera e propria rivoluzione epistemologica.
Essa mise in discussione i canoni estetici tradizionali, demistificando l’aura di sacralità che circondava l’opera d’arte e riappropriandosi, con spirito iconoclasta, del linguaggio del quotidiano.
Oggetti di consumo, pubblicità, fumetti, celebrità: elementi un tempo relegati al di fuori del sacro recinto artistico, vennero elevati a protagonisti indiscussi, ridefiniti e reinterpretati attraverso le lenti dell’immaginario collettivo.

L’esposizione si articola in un percorso tematico che esplora le diverse sfaccettature del movimento, con un focus particolare sugli esponenti chiave della scena americana: Andy Warhol, il maestro dell’immagine seriale e della celebrificazione; Roy Lichtenstein, l’interprete per eccellenza della citazione e della trasformazione del fumetto; Robert Rauschenberg, l’innovatore che ha introdotto il collage e il “combine painting” per creare opere ibride e polimatiche.
Parallelamente, l’esposizione dedica ampio spazio alla peculiare evoluzione della Pop Art in Italia.

Una sezione dedicata ai protagonisti della “Nuova Scena” romana, come Mario Schifano, Tano Festa, Franco Angeli e Giosetta Fioroni, svela le specificità di un percorso artistico influenzato dal contesto socio-politico e culturale italiano degli anni ’60.
Accanto a loro, figure di risonanza internazionale come Valerio Adami e Mimmo Rotella, testimoniano la capacità di un movimento originariamente americano di generare derivazioni e rielaborazioni originali in un contesto europeo.
L’esperienza espositiva non si limita alla contemplazione delle opere, ma aspira a ricostruire l’atmosfera creativa e intellettuale che ha alimentato la Pop Art.

Un ricco apparato documentale, composto da fotografie d’epoca, manifesti pubblicitari, riviste e filmati d’archivio, intende restituire allo spettatore l’effervescenza di un’epoca di fermento culturale, rivelando le influenze reciproche tra arte, design, pubblicità e musica.

L’obiettivo è quello di evidenziare come la Pop Art, lungi dall’essere un fenomeno isolato, sia stata profondamente radicata nel tessuto sociale e culturale del suo tempo, lasciando un’eredità critica e visiva ancora oggi palpabile e determinante nell’immaginario contemporaneo.

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