Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) ha ufficializzato una revisione sostanziale del bando di gara riguardante la dismissione del patrimonio aziendale di Acciaierie d’Italia, precedentemente noto come Ilva.
Questo aggiornamento, cruciale per il futuro del sito industriale di Taranto e per l’economia nazionale, segna un punto di rottura rispetto alle precedenti formulazioni, trasformando un obiettivo auspicabile in un imperativo contrattuale.
La modifica più significativa risiede nell’obbligo inderogabile di decarbonizzazione dell’impianto.
Il percorso verso la neutralità carbonica non è più una mera possibilità contemplata, ma una condizione essenziale per l’ammissione e la permanenza nel processo di acquisizione.
Questo posizionamento strategico riflette un impegno crescente verso la sostenibilità ambientale e la transizione ecologica, in linea con gli obiettivi europei e con le crescenti pressioni internazionali.
I potenziali acquirenti, chiamati a presentare offerte vincolanti, dovranno quindi delineare e attuare un piano industriale dettagliato, basato sulla progressiva eliminazione delle aree a caldo alimentate a carbone.
La tempistica di questo spegnimento dovrà essere il più rapida possibile, minimizzando l’impatto economico e sociale, ma senza compromettere l’urgenza della decarbonizzazione.
Un elemento chiave del piano industriale dovrà prevedere la realizzazione di un massimo di tre forni elettrici.
Questi impianti, alimentati da fonti di energia rinnovabile o a basso impatto ambientale, dovranno garantire la copertura dell’intera capacità produttiva autorizzata, assicurando la continuità operativa del sito.
La scelta di limitare il numero di forni elettrici suggerisce una valutazione attenta dei costi di investimento e dell’integrazione con le infrastrutture esistenti.
Inoltre, il nuovo bando pone l’accento sul rigoroso rispetto delle prescrizioni contenute nella nuova Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA).
Questo documento, frutto di un complesso processo di valutazione e negoziazione, definisce i limiti e le condizioni operative per la gestione degli impatti ambientali dell’impianto.
Il rispetto di tali prescrizioni non sarà solo un obbligo legale, ma anche un parametro di valutazione della capacità di gestione e di sostenibilità delle offerte presentate.
Questa revisione del bando di gara rappresenta un punto di svolta significativo, non solo per il futuro del sito di Taranto, ma anche per l’intera filiera siderurgica italiana.
Sottolinea l’importanza di coniugare la salvaguardia del patrimonio industriale con l’imperativo ambientale, promuovendo un modello di sviluppo più sostenibile e resiliente, in grado di affrontare le sfide del futuro e di contribuire alla transizione verso un’economia circolare e a basse emissioni di carbonio.
L’azione del Mimit indica una chiara direzione: un futuro siderurgico italiano che coniughi competitività economica e responsabilità ambientale.