Affitti brevi: la Toscana fa scuola, Puglia pronta a seguire

La recente sentenza della Corte Costituzionale, che ha confermato la legittimità della normativa toscana in materia di affitti brevi, apre una nuova fase nella gestione di questo fenomeno dilagante.

Il presidente della Regione Puglia, Antonio Decaro, ha annunciato l’intenzione di adottare un approccio simile a quello della Toscana, sottolineando la necessità di un intervento mirato e flessibile a livello locale.

L’auspicio primario è quello di una regolamentazione nazionale, un quadro normativo unitario che non intacchi i risultati già raggiunti dalle amministrazioni locali.

L’obiettivo, in definitiva, è fornire agli enti territoriali gli strumenti per orientare l’offerta di alloggi in affitto breve verso aree specifiche, contenendo al contempo la proliferazione in zone centrali dove l’impatto socio-economico si rivela particolarmente problematico.

La questione, infatti, trascende la mera disciplina urbanistica.

L’esplosione degli affitti brevi, incentivati dalle piattaforme digitali, sta contribuendo a creare una distorsione nel mercato immobiliare.

Si osserva una sorta di “bolla speculativa” che rende sempre più difficile per i residenti accedere a soluzioni abitative a prezzi accessibili.

Questo fenomeno, innescando un aumento generalizzato dei canoni di locazione, esacerba le disuguaglianze sociali e mette a rischio la sostenibilità delle nostre città.

La possibilità per i Comuni di intervenire, come previsto dalla legge toscana e ora sancito dalla Consulta, rappresenta un’opportunità per riequilibrare il mercato e tutelare il diritto alla casa.

Non si tratta di un divieto generalizzato, ma di una gestione intelligente del territorio, che tenga conto delle esigenze dei residenti, dei turisti e degli operatori economici.
Un intervento calibrato può favorire un turismo più responsabile e sostenibile, garantendo al contempo la vitalità e l’accessibilità delle nostre città.

La sfida ora è quella di tradurre questa cornice giuridica in azioni concrete, coinvolgendo attivamente i diversi attori del territorio: amministrazioni comunali, associazioni di categoria, proprietari immobiliari e, soprattutto, i cittadini.

Solo attraverso un dialogo costruttivo e un approccio collaborativo sarà possibile affrontare questa problematica complessa e trovare soluzioni efficaci e durature.

La regolamentazione degli affitti brevi non può essere considerata un ostacolo alla crescita economica, ma un’opportunità per promuovere uno sviluppo urbano più equo e inclusivo.

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