Il Saie 2025, vetrina del settore delle costruzioni alla Fiera del Levante di Bari, ha ospitato un’occasione di riflessione cruciale: il ruolo propulsivo della bilateralità edile come fattore abilitante per un’edilizia più equa, sicura, innovativa e socialmente responsabile.
Un dibattito promosso da Formedil Italia e CNCE, con la partecipazione di Elena Lovera, presidente Formedil, e della sociologa Letizia Carrera, ha messo in luce come questa forma di collaborazione tra imprese e sindacati rappresenti non una mera formalità, bensì un vero e proprio motore di progresso per l’intero comparto.
Storicamente, il settore delle costruzioni è stato, a volte, associato a pratiche estrattive e a un impatto ambientale significativo.
Tuttavia, la bilateralità emerge oggi come una risposta strategica a questa eredità, offrendo un paradigma di crescita sostenibile che bilancia le esigenze economiche con la tutela del territorio e il benessere dei lavoratori.
La sua essenza risiede nella capacità di integrare formazione professionale, prevenzione dei rischi, servizi sanitari e protezione sociale, creando un ecosistema di supporto al lavoratore che va ben oltre le tradizionali tutele contrattuali.
La formazione, lungi dall’essere percepita come un onere finanziario, si rivela un investimento strategico di primaria importanza.
Non si tratta semplicemente di acquisire competenze tecniche, ma di promuovere una cultura della sicurezza, dell’innovazione e della responsabilità ambientale.
Un lavoratore formato e consapevole è un lavoratore più produttivo, più sicuro e più motivato, in grado di contribuire attivamente al successo dell’impresa e al progresso del settore.
Elena Lovera ha magistralmente sottolineato il legame indissolubile tra sicurezza e welfare aziendale.
La sicurezza sul lavoro non può essere disgiunta dalla sicurezza economica dei lavoratori; è necessario garantire contratti di lavoro equi e solidi che assicurino un adeguato sostentamento e una protezione sociale.
Un sistema che ignora il benessere dei lavoratori è intrinsecamente insostenibile e destinato a generare tensioni e inefficienze.
Dario Firsech, presidente della CNCE, ha enfatizzato i risultati già raggiunti grazie alla bilateralità, ribadendo però la necessità di un impegno ancora più forte per valorizzare e diffondere questa pratica.
L’obiettivo primario è quello di rendere tangibile, per tutti gli operatori del settore, il valore aggiunto del lavoro svolto, comunicando in modo efficace i benefici derivanti da un approccio collaborativo e responsabile.
La bilateralità, dunque, non rappresenta solo un obbligo legale, ma un’opportunità per ripensare il futuro dell’edilizia, orientandola verso modelli di sviluppo più inclusivi, resilienti e rispettosi dell’ambiente e delle persone.
Si tratta di un percorso che richiede un cambiamento culturale profondo, un impegno costante e una visione condivisa tra tutte le parti coinvolte.
Solo così si potrà realizzare un’edilizia che contribuisca attivamente al benessere della società e alla costruzione di un futuro sostenibile per tutti.






