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venerdì 24 Ottobre 2025

Costruzioni: Crescita occupazione, rallenta il valore aggiunto

Nel 2024, il settore delle costruzioni italiane ha navigato in acque complesse, segnando un quadro di apparente contraddizione tra la crescita dell’occupazione e un rallentamento della produzione complessiva.
Il rapporto Federcostruzioni 2024, presentato in concomitanza con l’apertura di Saie a Bari, offre un’analisi dettagliata di questa dinamica, evidenziando come l’aumento di 156.000 addetti, portando l’occupazione totale a 3,3 milioni, non si sia tradotto in un incremento proporzionale del valore aggiunto.

Quest’ultimo, infatti, si è attestato a 643 miliardi di euro, subendo una flessione reale dell’1,7% rispetto all’anno precedente.
Questa discrepanza può essere interpretata come il riflesso di una ristrutturazione profonda del settore, con una crescente intensità di lavoro per addetto, forse dovuto all’automazione o alla specializzazione, ma anche a una riduzione dei margini di profitto dovuta alla concorrenza e all’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia.
Un elemento di resilienza, e un significativo motore di crescita, è rappresentato dalle esportazioni, che hanno raggiunto i 64,6 miliardi di euro, generando un surplus commerciale di 33,4 miliardi.
La forza propulsiva di questa performance è trainata da settori specifici: i materiali in legno e marmo, i prodotti ceramici, i laterizi che, con 22,7 miliardi di esportazioni, dimostrano una forte competitività sui mercati internazionali, seguiti dalle produzioni meccaniche e macchine per costruzioni (15 miliardi) e dai servizi di ingegneria e architettura (11,3 miliardi).
Questo suggerisce una specializzazione del “made in Italy” che va oltre la semplice fornitura di materiali da costruzione, estendendosi a competenze progettuali e tecnologiche.
Analizzando le singole filiere, si registra una crescita significativa nel comparto della progettazione e dei servizi innovativi, che ha superato i 154,5 miliardi di euro, con un aumento del 7,6% rispetto al 2023.

Questa crescita è indicativa di una maggiore attenzione verso l’efficienza energetica, la sostenibilità e l’integrazione di tecnologie avanzate nei processi costruttivi.
Al contrario, le costruzioni edili e infrastrutturali, la filiera dei materiali per le costruzioni e quella delle tecnologie, macchinari e impianti per l’edilizia hanno subito una contrazione, seppur contenuta, rispettivamente del 5,3%, del 2,3% e dell’1,6%.

Queste flessioni potrebbero essere attribuite a diversi fattori, tra cui la maggiore complessità burocratica, l’aumento dei costi di produzione e la concorrenza internazionale.

Le prospettive per il futuro, pur segnate da una previsione di flessione reale del 4,6% rispetto al 2024 per l’intero sistema delle costruzioni, rimangono legate in maniera cruciale alla capacità di intercettare e implementare i progetti finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Tuttavia, l’associazione nazionale costruttori edili (ANCE) prevede un calo del 7% degli investimenti nel settore, in particolare nella manutenzione straordinaria abitativa, a causa della riduzione delle agevolazioni fiscali.
Questa contrazione sottolinea la fragilità del settore e la necessità di politiche di sostegno che incentivino non solo la nuova costruzione, ma anche la riqualificazione energetica e sismica del patrimonio edilizio esistente, elemento chiave per la sostenibilità del settore e per il raggiungimento degli obiettivi di transizione ecologica.

La sfida per il 2025 e gli anni successivi sarà quindi quella di trasformare il potenziale del PNRR in crescita reale e duratura, mitigando al contempo gli effetti negativi delle politiche fiscali e affrontando le sfide strutturali che ancora frenano la competitività del settore.

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