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giovedì 23 Ottobre 2025

Crisi del grano duro: agricoltori in rivolta e richieste urgenti

La recente rilevazione alla Borsa Merci di Foggia, con un aumento marginale di soli 2 euro a tonnellata per il grano duro, a 287 euro, non fa che esacerbare un quadro di profonda crisi che affligge il settore cerealicolo italiano.

Coldiretti, in segno di protesta e con una decisione che ne sottolinea la radicalità, ha deliberatamente evitato la partecipazione alla sessione di mercato, sollevando un campanello d’allarme sulla obsolescenza del modello delle Borse Merci territoriali e sollecitando l’istituzione di una Commissione Unica Nazionale (CUN) per il grano duro, una richiesta emersa con forza durante le mobilitazioni nazionali a Bari e in altre località.

Le analisi Ismea, riprese da Coldiretti, dipingono un scenario preoccupante: i costi di produzione, ormai ben al di sopra dei 31 euro al quintale, si scontrano con quotazioni di mercato che, rimanendo persistentemente al di sotto di tale soglia, erodono inesorabilmente i margini di reddito degli agricoltori, mettendo a repentaglio la sostenibilità stessa della cerealicoltura nazionale.

Si tratta di una situazione insostenibile che, se non affrontata con interventi strutturali, rischia di compromettere un patrimonio agricolo secolare e un settore chiave per la sicurezza alimentare del paese.

L’associazione agricola ha quindi elaborato un piano d’azione articolato su sette punti fondamentali, concepito come un baluardo contro le speculazioni, le pratiche di concorrenza sleale e le dinamiche di mercato che penalizzano i produttori.

Al cuore del piano vi è la richiesta di un significativo incremento, fino a 40 milioni di euro, del sostegno ministeriale destinato ai contratti di filiera pluriennali.

Questi strumenti contrattuali, infatti, rappresentano una risorsa cruciale per garantire stabilità e remunerazione equa a coltivazioni che occupano circa 400.000 ettari, creando un solido legame tra produttori e trasformatori.
Parallelamente, Coldiretti sottolinea l’importanza vitale di investimenti mirati in ricerca e innovazione, con la stretta collaborazione del Crea (Centro di Ricerca sugli Iniziative Agricole) per ottimizzare rese, migliorare la qualità del prodotto e ridurre l’impatto ambientale delle pratiche agricole.
Un approccio multidisciplinare che coniughi la scienza, la tecnologia e le conoscenze tradizionali, al fine di rendere il settore più resiliente e competitivo.

Un’ulteriore battaglia cruciale è quella per la trasparenza delle informazioni.
Coldiretti ribadisce con forza la necessità di estendere a tutta l’Unione Europea l’obbligo di indicare l’origine del grano sulle confezioni di pasta, una conquista ottenuta in Italia grazie all’impegno costante dell’organizzazione.

La piena trasparenza è un diritto fondamentale dei consumatori e uno strumento essenziale per tutelare i produttori che si distinguono per la qualità e l’eccellenza dei loro prodotti.

Solo così si può garantire un mercato equo e sostenibile, in grado di premiare il lavoro di chi produce cibo di alta qualità, contribuendo alla salvaguardia del patrimonio agricolo italiano e alla sicurezza alimentare del paese.

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