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giovedì 23 Ottobre 2025

Crisi grano: Agricoltori in rivolta per un futuro più certo.

La vertiginosa discesa dei prezzi del grano, unita alla crescente incertezza climatica che infuria sui campi, proietta un’ombra di precarietà sul tessuto agricolo locale, spingendo molte aziende verso una situazione di profonda difficoltà economica.
La presenza a Foggia, in un gesto di unità che trascende le appartenenze politiche, testimonia la profonda inquietudine di un settore vitale, ma sempre più fragile.

L’obiettivo primario è ristabilire un sistema di quotazione del grano trasparente e affidabile, relegando le attuali molteplicità di sedi di scambio – Bari, Foggia, Bologna, Altamura – ad un ruolo marginale.

La dispersione tra diverse sedi, con i loro listini divergenti, alimenta incertezza e difficoltà nella valutazione reale del prodotto, penalizzando soprattutto le aziende più piccole.

L’introduzione del sistema di quotazione online, sebbene nata come risposta alla pandemia, ha involontariamente contribuito a oscurare la trasparenza che solo la presenza fisica, la possibilità di osservare direttamente le dinamiche contrattuali, può garantire.

Domenico Viscanti, portavoce di LiberiAgricoltori Puglia, sottolinea l’urgenza di un ritorno alle quotazioni in presenza, un ritorno alla fisicità che permette agli agricoltori di essere testimoni diretti e parte attiva del processo decisionale.

La richiesta di istituire la Commissione Unica Nazionale (CUN), come già promesso a livello governativo, rappresenta un passo fondamentale verso la stabilizzazione del mercato, creando un punto di riferimento uniforme per tutti i prezzi del grano a livello nazionale.
La preoccupazione non si limita alla sfera economica.

Virgilio Caivano, coordinatore della Rete dei Piccoli Comuni Italiani, lancia un allarme più ampio: il collasso del comparto agricolo, con le sue radici profonde nei piccoli comuni, minaccia l’intero tessuto socio-economico del Paese.
Il 97% della produzione tipica italiana affonda le sue origini in queste realtà territoriali, e la perdita di questo patrimonio si tradurrebbe in una drastica riduzione della qualità dell’offerta alimentare e in una perdita di identità culturale inestimabile.

La battaglia intrapresa dagli agricoltori foggiani non è dunque un mero problema locale, ma una questione di interesse nazionale.

Essa riguarda il futuro delle nuove generazioni, il sostentamento delle famiglie e la salvaguardia del patrimonio agroalimentare italiano, un tesoro che rischia di essere irrimediabilmente compromesso se non si interviene con tempestività e determinazione.

La difesa del grano significa difendere l’Italia.

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