Il destino dell’ex Ilva, lungi dall’essere relegato a un’inerte amministrazione straordinaria, deve convergere verso la piena attuazione dello scopo originario che ha giustificato tale procedura post-fallimentare di ArcelorMittal: la trasmissione del complesso industriale a un soggetto capace di innescare una profonda riqualificazione.
Questo obiettivo è reso concreto dall’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) recentemente acquisita e dal piano di decarbonizzazione, pilastri fondamentali per una trasformazione sostenibile.
Come affermato dal Ministro delle Imprese e Made in Italy, Adolfo Urso, durante il question time, l’intervento dello Stato non può essere escluso a priori.
La sua natura, tuttavia, deve essere calibrata e funzionale a sostenere un processo di rilancio concreto, non a sostituirsi ad esso.
Il Governo, in questo senso, si pone come garante di un’azione di supporto, non come acquirente ultimo.
La partecipazione di un soggetto pubblico, ove richiesto dagli attuali contendenti alla gara internazionale, rappresenta un’opzione attentamente valutabile.
Questa possibilità, tuttavia, deve essere esercitata con rigorosa aderenza alla normativa europea e nel pieno rispetto delle procedure competitive, evitando distorsioni del mercato e assicurando la massima trasparenza.
L’obiettivo primario è preservare la vitalità produttiva degli stabilimenti e accelerare la transizione verso un modello industriale a basso impatto ambientale.
La strategia delineata si articola su tre assi portanti: la garanzia della continuità operativa, la promozione di un piano industriale robusto e innovativo, e l’impegno incondizionato verso la decarbonizzazione, in linea con gli obiettivi di sostenibilità globale.
Si tratta di un approccio che mira a coniugare la tutela dell’interesse nazionale con le stringenti regole europee, mirando a creare un ecosistema industriale resiliente e competitivo, capace di generare occupazione e valore aggiunto per il territorio.
L’obiettivo ultimo non è semplicemente mantenere in vita l’acciaieria, ma trasformarla in un polo di eccellenza nel settore siderurgico europeo, un esempio virtuoso di riconversione industriale e di sviluppo sostenibile.






