La sfida è aperta, azienda: non si può ridurre la forza lavoro sfruttando i benefici della cassa integrazione. Il rilancio di un’azienda è un processo complesso che richiede rispetto per i lavoratori e per l’ambiente circostante.Illo stesso concetto, già espresso in passato da sindacati come Fim, Fiom e Uilm, viene ribadito con forza durante lo sciopero di 4 ore che coinvolge tutti i siti del gruppo. Un gesto forte di protesta contro le decisioni della direzione aziendale.A Taranto, il maxischermo all’esterno della portineria dello stabilimento è un simbolo di solidarietà e ribellione contro la politica occupazionale discriminatoria. La valutazione dell’esito del vertice con il governo e l’annuncio di raddoppiare i benefici della cassa integrazione ai lavoratori che hanno subito le conseguenze dell’incidente all’altoforno 1, sono solo due dei temi scottanti discussi.L’incontro tra la direzione aziendale e gli azeri di Baku Steel è un altro aspetto delicato. La gara d’appalto per l’affidamento della gestione dello stabilimento è in corso e la situazione è ancora vaga. I sindacati hanno richiesto chiarezza sul futuro del gruppo.Il movimento si presenta con un messaggio forte: non ci sono lavoratori di serie A e serie B. Tutti sono importanti e tutelabili. La protesta degli operai dell’AdI, l’appello della Fiom, il rifiuto dei deputati in Campania contro la cassa integrazione per gli “inutili”: è tempo di risvegliarsi.Il sindacato non si arrende e continua a difendere i propri diritti. Il dibattito sul futuro del settore siderurgico italiano sembra essere all’ordine del giorno. La situazione sembra ancora molto delicata e incerta, ma la rete dei lavoratori, con l’aiuto della politica ed anche di alcuni sindaci, inizia a trovare il coraggio per ribellarsi alla crisi.Per quanto i benefici della cassa integrazione siano stati aumentati, non ci si arrende. La richiesta è un’azienda rispettosa dell’ambiente, della salute e del lavoro. I tempi sono cambiati e anche le modalità di gestione dello stabilimento devono mutare.La sfida è aperta. Sono solo all’inizio i lavoratori che lottano per la propria sopravvivenza economica. E’ il momento di riflettere su cosa sia una reale politica industriale e sociale, sull’avere un futuro migliore anche per le aziende siderurgiche.La solidarietà tra sindacati e lavoratori è sempre più forte. La richiesta ai sindaci di essere più proattivi nelle scelte di loro competenza e il riferimento a casi analoghi, da Genova a Taranto, dove non si poteva ridurre la forza lavoro sfruttando i benefici della cassa integrazione.La sfida è aperta. Ci sono tanti argomenti ancora da discutere, come ad esempio l’importanza di una politica industriale e sociale proattiva e rispettosa dei lavoratori.
La sfida per il futuro dell’acciaieria: la difesa del lavoro e dell’ambiente
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