Il gesto del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dichiarare di partecipare al voto referendario senza esprimere la propria preferenza, solleva interrogativi profondi sul significato stesso della partecipazione democratica e sull’impegno civico, come evidenziato dal segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. L’affermazione, paragonata all’analogia di recarsi in chiesa senza partecipare alla messa o andare al supermercato senza fare acquisti, incarna una contraddizione che mina alla base il concetto di responsabilità e di impegno verso la collettività.È significativo che questa dichiarazione giunga in un giorno dedicato alla celebrazione della Repubblica, un’istituzione nata proprio da un referendum storico, il primo a suffragio universale, che vide anche le donne accedere al voto e che portò all’elezione dell’Assemblea Costituente. Questo evento costituì un punto di svolta per la storia del nostro paese, sancendo principi fondamentali e aprendo la strada a un sistema democratico più inclusivo e partecipativo. Le parole di Landini non sono solo una critica all’azione del Presidente del Consiglio, ma anche un monito a difendere il valore del voto come strumento di cambiamento. Evidenzia come un gesto del genere possa essere interpretato come una rinuncia a incidere sulle politiche attuali, perpetuando uno stato di precarietà e disuguaglianze, alimentato da un sistema di appalti e subappalti che favorisce comportamenti scorretti e danneggia l’economia.Il segretario della Cgil esprime fiducioso che si raggiunga il quorum necessario per la validità del referendum, poiché ritiene che l’ampia maggioranza dei cittadini anela a un cambiamento di rotta, un cambiamento che finora è rimasto un’aspirazione inespressa. Il referendum, in questa ottica, rappresenta un’opportunità cruciale per inviare un segnale chiaro al governo e al Parlamento, un segnale che imponga una revisione delle politiche attuate, politiche che si sono rivelate inefficaci e inadeguate a rispondere alle esigenze del paese.È imperativo, secondo Landini, investire seriamente nel lavoro dignitoso e sostenere gli imprenditori onesti che operano nel rispetto delle regole e che mirano alla crescita sostenibile del paese. Il modello attuale, basato sulla logica del ribasso e sull’esternalizzazione incontrollata, penalizza le imprese virtuose e incoraggia pratiche illegali, compromettendo la qualità dei servizi e la sicurezza dei lavoratori.La partecipazione attiva e consapevole dei cittadini, attraverso l’esercizio del diritto di voto, è la condizione imprescindibile per costruire un futuro più giusto e prospero per tutti. Il referendum non è solo un momento di consultazione popolare, ma un atto di responsabilità civica, un’occasione per affermare i valori democratici e per chiedere a chi governa di ascoltare le voci di chi, nel paese, chiede a gran voce un cambiamento di rotta. La validità del referendum e il suo risultato finale dipendono, in ultima analisi, dalla volontà di ciascun cittadino di partecipare attivamente alla vita democratica del paese.
Meloni al voto senza preferenze: Landini attacca, un monito alla partecipazione.
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