La serrata decisione di incrociare le braccia per 24 ore, accompagnata da assemblee sindacali, non è frutto di un impulso, ma la convergenza di perplessità che si sono cristallizzate in una ferma convinzione.
Il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, ha comunicato la scelta, delineando uno scenario allarmante emerso dall’incontro in Palazzo Chigi riguardante il futuro dell’ex Ilva.
La gravità della situazione, secondo le rappresentanze sindacali, risiede nella concreta prospettiva di una progressiva, seppur velata, dismissione dell’impianto siderurgico.
La protesta sindacale nasce da una profonda delusione, da una percezione di totale mancanza di responsabilità da parte delle istituzioni e del governo.
Non si tratta semplicemente di contestare una singola decisione, ma di denunciare una deriva che rischia di compromettere il futuro di un intero distretto industriale, con implicazioni sociali ed economiche di portata significativa.
Il piano presentato, pur con formulazioni apparentemente rassicuranti, lascia emergere ombre inquietanti riguardo alla sostenibilità a lungo termine dell’attività produttiva.
La preoccupazione primaria è legata alla mancanza di chiarezza e di garanzie concrete in merito agli investimenti previsti per la modernizzazione degli impianti, alla tutela dell’occupazione e alla salvaguardia delle competenze professionali accumulate nel corso dei decenni.
La decisione dello sciopero non è stata presa alla leggera.
I sindacati hanno esaurito ogni tentativo di confronto e di dialogo costruttivo, cercando di evidenziare i rischi derivanti da una gestione frammentata e priva di una visione strategica a 360 gradi.
L’assenza di un piano industriale solido e credibile, capace di proiettare l’ex Ilva verso un futuro di competitività e sviluppo sostenibile, rappresenta una seria minaccia per i lavoratori, le loro famiglie e l’intera comunità.
La mobilitazione rappresenta quindi un atto di difesa del diritto al lavoro, della dignità professionale e della coesione sociale.
È un appello accorato rivolto alle istituzioni affinché si assumano la responsabilità di garantire un futuro prospero e duraturo per l’ex Ilva, basato su investimenti mirati, innovazione tecnologica e un dialogo aperto e trasparente con tutte le parti interessate.
Il rischio di un declino irreversibile è reale e solo un intervento deciso e tempestivo può scongiurarlo.








