A Taranto si apre un capitolo cruciale per il futuro del polo siderurgico, con una serie di assemblee convocate dalle sigle sindacali Fim, Fiom e Uilm, e dalle rappresentanze dei lavoratori (Rsu).
Questo evento triennale non è una semplice discussione, ma un’iniziativa strategica volta a definire una piattaforma di proposte concrete e incisive, che tocchi le corde più delicate e urgenti del territorio: la tutela ambientale, la salvaguardia dell’occupazione, il diritto alla salute e il rilancio industriale, in un’ottica improntata alla decarbonizzazione e alla transizione ecologica.
L’incontro rappresenta un momento di riflessione collettiva e di elaborazione condivisa, coinvolgendo direttamente migliaia di lavoratori che aspirano a un futuro sostenibile e prospero.
L’obiettivo primario è trasformare le preoccupazioni e le esigenze espresse dal campo in azioni concrete e misurabili, indirizzando l’evoluzione del sito industriale verso modelli più responsabili e innovativi.
Al termine delle assemblee, la piattaforma rivendicativa sarà formalmente presentata nel corso del Consiglio di Fabbrica, in programma per il 25 luglio.
L’appuntamento si preannuncia denso di significato, poiché vedrà la presenza di figure istituzionali chiave per la regione e la provincia: il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano; il Presidente della Provincia di Taranto, Gianfranco Palmisano; i sindaci dei comuni di Taranto e Statte, Piero Bitetti e Fabio Spada.
La loro partecipazione è considerata essenziale, in quanto custodi del potere decisionale e responsabili della firma dell’accordo di programma interistituzionale, strumento imprescindibile per la concreta attuazione delle misure proposte.
Secondo il segretario generale della Fim Cisl Taranto Brindisi, Biagio Prisciano, le assemblee segnano un punto di svolta per Acciaierie d’Italia.
Non si tratta di una semplice negoziazione, ma di una chiamata alla responsabilità collettiva, un’occasione per riaffermare il diritto al lavoro dignitoso, in un contesto in cui la salute umana e l’integrità dell’ecosistema devono essere priorità assolute.
La transizione verso un’industria decarbonizzata non può prescindere da un profondo cambiamento culturale e da un investimento massiccio in tecnologie pulite e in nuove competenze professionali.
Si tratta di un percorso complesso e impegnativo, ma necessario per garantire un futuro sostenibile per le generazioni a venire, un futuro in cui il lavoro e l’ambiente possano coesistere in armonia.
L’evento vuole quindi essere un monito e un’opportunità per costruire un nuovo modello di sviluppo industriale, radicato nel territorio e proiettato verso il futuro.