La nave Rooster, proveniente dal Canada, ha sbarcato 28mila tonnellate di grano a Foggia, dopo un viaggio che ha portato il contenuto della sua stiva al porto di Manfredonia. Gli agricoltori locali, rappresentati da Coldiretti Puglia e Basilicata, hanno tenuto d’occhio la nave con gommoni e motoscafi, temendo che i grani siano trattati con il glifosato, un erbicida vietato nel nostro Paese.La situazione è criticale: gli arrivi di grano canadese sono aumentati dell’82% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, e questo rappresenta un reale pericolo per le aziende agricole italiane. Non solo perché il glifosato può contaminare i terreni e compromettere la qualità dei prodotti locali, ma anche perché l’invasione di grano straniero rischia di cancellare l’identità e la reputazione delle nostre produzioni.Coldiretti chiede trasparenza in etichetta: “Se il grano è stato trattato con il glifosato, lo dovremmo sapere”. Ma non solo. L’associazione agricola punta a smascherare il fenomeno dell'”Italian Sounding”, ovvero la pratica di utilizzare nomi e loghi italiani per prodotti che hanno subito minime lavorazioni in Italia.Ecco perché è importante discutere della proposta di legge europea sulla trasparenza delle etichette. Questo documento mira a far obbligo l’etichettatura dell’origine di tutti i prodotti commercializzati, rivedendo il criterio dell’ultima trasformazione sostanziale.La battaglia di Coldiretti non è solo contro l’invasione di grano canadese. È una difesa della sovranità alimentare e del diritto alla conoscenza delle origini dei prodotti che consumiamo ogni giorno. La raccolta di firme per questa legge europea iniziativa popolare è solo il primo passo in una lunga marcia verso la tutela delle aziende agricole e i consumatori, assicurando reciprocità delle regole e trasparenza in etichetta.