Nell’ambito di un’inchiesta della procura di Brindisi finalizzata a smantellare una vasta rete criminale che ha sfruttato la falsificazione di incidenti per ottenere ingenti somme di denaro dalle compagnie assicurative, ieri mattina sono state condotte diverse perquisizioni nei reparti e uffici dell’ospedale Perrino di Brindisi, nonché in due cliniche specializzate ed in quattro studi legali distribuiti nelle province di Brindisi e Taranto.Secondo quanto riportato da fonti investigative, nell’inchiesta coordinata dal pm Luca Miceli e condotta dalla Guardia di finanza è emersa una complessa rete criminale che si è servita del falso per ottenere danni alle compagnie assicurative. Sarebbero almeno 18 gli indagati coinvolti nella prima fase dell’inchiesta, i quali hanno visto le proprie abitazioni e luoghi di lavoro oggetto di una serie di perquisizioni mirate a raccogliere prove e documentazione.L’ipotesi di reato più grave che si va a delineare è quella di associazione a delinquere finalizzata al falso e alla conseguente ottenzione dell’indennizzo assicurativo, condotta in modo organizzato da soggetti che hanno sfruttato il proprio ruolo nella sanità pubblica per perpetrare i crimini. Non mancano le accuse di falsità ideologica commessa da persone esercenti un servizio di pubblica necessità e, più specificamente, di personale medico ed infermieristico.Sembra inoltre che la rete criminale abbia avuto il supporto di individui privati disposti a contribuire con documentazione falsificata. È stato infatti rilevato che i perquisiti hanno riguardato l’acquisizione di informazioni contenute in dispositivi informatici e digitali, tra cui computer, tablet ed smartphone.Le indagini condotte dalla Guardia di finanza hanno evidenziato un disegno di piano criminale ben organizzato che si è protratto nel tempo e ha coinvolto soggetti diversi che sono stati capaci di mantenere inalterata la loro identità nascosta nonostante le indagini condotte. È stato pertanto rilevato anche l’elemento della distruzione, dispersione e deterioramento di documentazione relativa ai fatti oggetto delle indagini.L’inchiesta ha raggiunto un livello di complessità tale da coinvolgere anche il personale amministrativo dell’ospedale, i quali hanno sfruttato la loro posizione per occultare tracce di prove. Sembra inoltre che la rete criminale abbia operato in modo da poter mantenere un’organizzazione compatta e capillare nel territorio.È stato evidenziato anche il coinvolgimento di soggetti con ruoli istituzionali, i quali hanno agito al fine di favorire l’attività criminale, occultandone le tracce. È stata rilevata la presenza in alcuni casi di documentazione che attestano un tentativo di nascondere le prove.L’inchiesta continua ad essere condotta con grande determinazione e la procura di Brindisi si è impegnata a portare alla luce tutta la verità, coinvolgendo quanti sono stati in grado di contribuire al disegno criminale. È necessario sottolineare che i soggetti coinvolti sono ancora indagati e non hanno ancora avuto accesso ad un giudizio, pertanto è impossibile valutare la fondatezza delle accuse mosse.La popolazione locale spera nella velocità delle indagini per poter vivere in un ambiente più sicuro.