L’intitolazione dell’aula 1 del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Foggia a Giovanni Panunzio, figura emblematica della lotta alla criminalità organizzata in città, assume un significato particolarmente profondo nel giorno che commemora la strage di Capaci e la tragica perdita del giudice Giovanni Falcone. L’evento, promosso congiuntamente dall’ateneo e dall’amministrazione comunale nell’ambito dell’iniziativa “La città che vorrei”, rappresenta un atto di memoria e un monito per le generazioni future.L’omicidio di Panunzio, avvenuto il 6 novembre 1992, non fu un episodio isolato, bensì la cruda dimostrazione della pervasività della mafia nel tessuto economico e sociale foggiano. L’imprenditore edile, coraggiosamente, si oppose a una richiesta estorsiva di proporzioni ingenti, rifiutandosi di sottomettersi al potere mafioso e denunciando i suoi aguzzini. La sua ribellione, tragicamente conclusasi con la morte, divenne un simbolo di resistenza e di dignità.Come ricordano con emozione molti studenti universitari, all’epoca testimoni diretti di quell’epoca buia, la notizia dell’omicidio scatenò un’ondata di sdegno e di indignazione nel mondo accademico. Questa intitolazione, a distanza di anni, è un modo per riaffermare i valori di legalità e di giustizia che Panunzio ha incarnato con il suo sacrificio.L’assessore alla Legalità del Comune di Foggia, Giulio De Santis, sottolinea l’importanza di un impegno costante nella sensibilizzazione delle nuove generazioni, seminando i germi della cultura della legalità nelle scuole e nelle università. Un lavoro paziente e continuo, che mira a costruire una società più consapevole e resistente alle derive criminali.Pina Panunzio, figlia dell’imprenditore, ha espresso gratitudine per questo gesto istituzionale, evidenziando come esso testimoni la presenza e l’attenzione delle istituzioni nei confronti della famiglia e della memoria del padre. Un tributo doveroso che riafferma l’importanza di non dimenticare e di continuare a combattere per un futuro libero dalla criminalità.Il Rettore Lorenzo Lo Muzio ha poi ampliato la prospettiva, evidenziando il ruolo cruciale dell’università come motore di trasformazione culturale e sociale. L’ateneo non si limita alla formazione di competenze professionali, ma si pone come fulcro di un dialogo costruttivo tra istituzioni, comunità e cittadini, promuovendo una visione condivisa di sviluppo sostenibile e inclusivo. L’università si fa interprete di un impegno collettivo, convinta che solo attraverso la partecipazione attiva e la responsabilità condivisa si possano costruire città più giuste, vivibili e resilienti, capaci di onorare la memoria di Giovanni Panunzio e di guardare al futuro con speranza e determinazione. L’atto simbolico di questa intitolazione non è solo un riconoscimento postumo, ma un investimento nel futuro, un invito a perseguire la legalità come fondamento imprescindibile per la crescita civile e il progresso sociale.