La Nardò Technical Center, l’odierna pietra angolare della tecnologia dell’automobilismo, è stata di nuovo teatro di un tragico evento. Un pilota collaudatore, dipendente dell’azienda appaltatrice Euroservizi, ha perso il controllo del prototipo Porsche mentre effettuava una prova ad alta velocità sulla pista ad anello. Il veicolo si è schiantato contro il guardrail a una velocità di 340 chilometri all’ora, ribaltandosi più volte fuori pista prima di fermarsi. Fortunatamente, il pilota si è salvato, ma con contusioni multiple e alcune fratture delle costole, come riferito dal pronto soccorso del Fazzi.Questo incidente è solo l’ultimo di una serie di eventi tragici che hanno coinvolto la NTC. Infatti, sempre nella stessa pista, il 21 febbraio dello scorso anno, il giovane pilota Mattia Ottaviano, di soli 36 anni, perse la vita mentre partecipava ai test.Dal punto di vista tecnico, l’incidente è stato causato da una prova che prevedeva la massima velocità sulla pista ad anello. Un tipo di prova nota come “velocità assoluta” in cui il pilota deve raggiungere i massimi limiti di velocità consentiti per le auto da corsa, senza alcuna curva o ostacolo che possano interrompere la corsa.La CGIL Lecce ha rilasciato una nota in cui si sottolinea come questo tipo di prove siano esclusivamente riservate ai lavoratori delle aziende appaltatrici, e non ai dipendenti diretti dell’azienda. Questo significa che i piloti collaudatori utilizzati per questi test sono spesso trattati come “autisti” o “meccanici”, piuttosto che come professionisti con la necessaria formazione e esperienza per affrontare queste prove ad alta velocità.La questione sollevata dalla CGIL è solo uno degli aspetti problematici della situazione. Infatti, l’incapacità di prevedere e prevenire questi incidenti, nonché la scarsa attenzione ai diritti dei lavoratori coinvolti in queste prove, ha portato a una serie di questioni legate alla sicurezza e al benessere dei piloti collaudatori.