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Bari, 28 Luglio 1943: Memoria e Impegno Contro Ogni Forma di Oppressione

Ottantidue anni fa, il 28 luglio 1943, la città di Bari fu teatro di una delle pagine più dolorose e drammatiche della sua storia, la strage di via Niccolò dell’Arca.

Un evento che non può essere relegato a mero ricordo storico, ma che deve illuminare il presente e proiettare una luce di monito per il futuro.

Quel giorno, un corteo pacifico, composto da antifascisti appena liberati dal carcere, fu brutalmente aggredito, provocando venti morti e cinquanta feriti, un tributo di vite umane che segnò profondamente la coscienza collettiva baresana.

La memoria di questa tragedia, oggi, assume un significato cruciale, non solo come commemorazione di vittime innocenti, ma come rinnovato impegno a difendere i valori fondanti della Costituzione italiana, nata proprio dalla Resistenza e dalla lotta contro il regime fascista.

La strage non fu un evento isolato, ma il tragico epilogo di un clima di violenza latente, di rancori e di divisioni che ancora serpeggiavano nella società post-fascista.

Il grido di speranza e libertà, “Viva libertà”, che risuonò tra le voci dei manifestanti trucidati, rappresenta un testamento morale, un appello incessante alla difesa della democrazia e alla lotta contro ogni forma di intolleranza e di oppressione.
Un grido che, oggi, deve risuonare ancora più forte, in un’epoca segnata da nuove sfide e da pericolosi revival di ideologie autoritarie.

Il Comune di Bari, in collaborazione con Anpi, l’Istituto Pugliese per la Storia dell’Antifascismo e dell’Italia Contemporanea, l’Associazione Nazionale Perseguitati Politici Antifascisti, Cgil Bari, Arci e il Coordinamento Provinciale Antifascista, ha promosso un articolato programma di iniziative per onorare la memoria delle vittime e per sensibilizzare la cittadinanza.

Il corteo, che partirà dalla centralissima via Sparano per concludersi al complesso monumentale dei Caduti del 28 luglio in piazza Umberto I, non è soltanto un omaggio solenne, ma un atto politico di profonda valenza civile.
È un richiamo alla responsabilità collettiva, un invito a coltivare la memoria come strumento di crescita democratica e di progresso sociale.
La strage di via Niccolò dell’Arca ci ricorda che la libertà non è un dono acquisito una volta per tutte, ma una conquista fragile e costantemente minacciata.
È un impegno quotidiano, un esercizio di cittadinanza attiva, un rifiuto categorico di ogni forma di violenza e di discriminazione.
È un monito a vigilare, a denunciare, a costruire un futuro in cui simili tragedie non abbiano più spazio.
La memoria delle vittime deve essere la bussola che orienta le nostre azioni, il motore che alimenta la nostra speranza, l’àncora che ci trattiene saldi ai valori della Costituzione.

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