L’annuncio della senatrice Annamaria Fallucchi, volto a stanziare fondi per il bypass idrico che collegherà l’invaso di Ponte Liscione (Guardialfiera, CB) con la diga di Occhito (Puglia), solleva un’inquietudine profonda nel panorama molisano.
Questa iniziativa, presentata come prioritaria per la resilienza climatica e il riequilibrio territoriale del Sud, innesca un dibattito cruciale che va oltre la semplice questione infrastrutturale.
La capogruppo del Partito Democratico al Consiglio regionale del Molise, Micaela Fanelli, esprime una preoccupazione che si radica nella potenziale erosione dell’autonomia decisionale regionale in materia di gestione delle risorse idriche.
La questione, come sottolinea Fanelli, si configura come un “blitz estivo” sul tema dell’acqua, un’emergenza latente che si manifesta con la presunta esistenza di un surplus idrico da trasferire.
La verifica di questa eccedenza, affidata a una gara d’appalto promossa dall’Autorità d’Ambito del Bacino Meridionale sotto la guida di Vera Corbelli, rivela una spaccatura più ampia: quella tra la competenza gestionale e la capacità di programmazione strategica.
L’assenza di un incontro formale con l’Autorità, nonostante la formale richiesta, amplifica il senso di marginalizzazione del Molise in un processo decisionale che lo riguarda direttamente.
Il confronto con esperti del settore, sia nel Molise che in Puglia, ha evidenziato una netta asimmetria: la regione pugliese dimostra una consolidata expertise nella gestione delle risorse idriche, mentre il Molise appare carente in termini di programmazione e capacità di interpretazione dei benefici derivanti da un’opera di tale portata.
L’incapacità dei referenti regionali molisani di articolare una spiegazione convincente sui vantaggi concreti che il progetto apporterebbe al territorio molisano, denota una mancanza di visione strategica e una potenziale perdita di controllo sulla propria politica idrica.
La questione non si limita quindi a un mero trasferimento di risorse, ma si radica in una più ampia riflessione sull’autonomia regionale e sulla capacità di definire politiche in linea con le specifiche esigenze del territorio, evitando una dipendenza decisionale da dinamiche esterne.
Il rischio è quello di erodere la capacità del Molise di definire il proprio futuro idrico, compromettendo la sostenibilità ambientale e lo sviluppo economico locale.
È imperativo che la regione rivendichi il proprio ruolo attivo in questa discussione, esigendo trasparenza, partecipazione e una valutazione indipendente dei costi e dei benefici reali del progetto.