La profonda indignazione di fronte alla catastrofe umanitaria in corso a Gaza ha portato la CGIL di Taranto a unirsi a una mobilitazione nazionale, esprimendo un rifiuto inequivocabile di fronte all’immobilismo e all’inerzia.
Il presidio, animato da un sentimento di urgenza e responsabilità, si è configurato come un atto di denuncia pubblica, volto a sollevare una coscienza collettiva afflitta da una drammatica deriva di eventi.
L’emergenza palestinese non può essere relegata a un mero notiziario; essa rappresenta una profonda frattura nell’ordine internazionale, una sfida etica che interpella la dignità umana.
La persistente escalation del conflitto, con un bilancio di vittime civili – in particolare donne e minori – che si ingrossa a ogni nuova raffica di bombardamenti, richiede un intervento immediato e risolutivo, che vada al di là delle dichiarazioni di circostanza e delle condanne formali.
L’adesione della CGIL alla Global Sumud Flotilla, una rotta di solidarietà composta da una cinquantina di imbarcazioni provenienti da diverse nazioni europee, simboleggia un impegno concreto verso la popolazione palestinese.
Questa iniziativa, intrinsecamente legata al diritto internazionale e al dovere di soccorso umanitario, non deve subire ostacoli o ingiustificati impedimenti, bensì essere protetta e sostenuta come espressione di una volontà popolare di aiuto.
Il segretario provinciale Giovanni D’Arcangelo ha sottolineato come l’indifferenza sia il terreno fertile per la perpetuazione di tali atrocità, esortando a una riflessione profonda e a un rinnovato senso di responsabilità.
La CGIL ribadisce con forza il proprio sostegno alla soluzione dei due popoli, due stati, ritenuta l’unica via percorribile per garantire una pace duratura e una convivenza pacifica tra israeliani e palestinesi.
Tale soluzione, tuttavia, non può essere un mero auspicio, ma un obiettivo politico concreto, perseguito attraverso un negoziato equo e trasparente, che tenga conto delle legittime aspirazioni di entrambe le parti.
Parallelamente alla mobilitazione sul campo, è stata lanciata una campagna di raccolta fondi finalizzata a sostenere le cooperative femminili di Gaza, veri pilastri della resilienza e della sopravvivenza nelle comunità più vulnerabili.
L’obiettivo è garantire la distribuzione di beni di prima necessità nei campi profughi, fornendo un sostegno tangibile a chi si trova in condizioni di estrema difficoltà.
L’apertura della mobilitazione ad associazioni e movimenti locali sottolinea la natura trasversale della questione umanitaria, che non può essere confinata a confini politici o ideologici.
La CGIL invita tutti i cittadini a unirsi a questa battaglia per la giustizia, la pace e la tutela dei diritti umani, consapevoli che il silenzio è complice.
La crisi di Gaza non è solo una questione palestinese; è una sfida per l’intera comunità internazionale e un campanello d’allarme per il futuro del nostro mondo.