La richiesta di un incontro urgente, avanzata da Micaela Fanelli, capogruppo del Partito Democratico nel Consiglio regionale del Molise, all’Autorità di Bacino distrettuale dell’Appennino meridionale, solleva un problema di cruciale importanza per il futuro idrico della regione e per le sue relazioni con la vicina Puglia. Il fulcro della questione è il progetto di captazione delle acque dell’invaso del Liscione, situato a Guardialfiera, e la potenziale deviazione di una porzione di tali risorse verso la Puglia tramite un sistema di bypass.La preoccupazione di Fanelli non è tanto l’intervento in sé, che potrebbe essere giustificato da esigenze di altre regioni, ma l’evidente fragilità della pianificazione idrica molisana, resa drammaticamente evidente dai recenti dati pubblicati dall’ISPRA nel rapporto “Il clima in Italia nel 2024”. Questi dati tracciano un quadro allarmante: il Molise si configura come la regione italiana che più soffre la scarsità idrica, al contempo la meno attiva nell’implementare soluzioni concrete e sostenibili.L’assenza di una strategia di lungo termine, unitamente a una gestione operativa spesso disorganica e reattiva, pone seri interrogativi sulla capacità del Molise di tutelare il proprio patrimonio idrico. Mentre la Puglia dimostra una proattività encomiabile, investendo con decisione e competenza nella gestione delle risorse idriche e costruendo un solido know-how, il Molise sembra navigare in un mare di incertezze, reagendo più che anticipando.Le dichiarazioni rese in Aula dalla Regione, riportate dai vertici istituzionali, non hanno fatto che amplificare queste criticità, confermando l’impressione di un approccio improvvisato e a breve termine. Questa situazione rischia di compromettere l’autonomia decisionale del Molise, esponendolo al pericolo che scelte unilaterali, prese nell’interesse di altre regioni, possano pregiudicare irrimediabilmente il futuro idrico del territorio.La richiesta di un confronto aperto e trasparente con tutti gli attori coinvolti nel progetto del Liscione non è quindi un atto di opposizione fine a sé stesso, ma un appello a una riflessione profonda e condivisa sulle priorità e sulle responsabilità del Molise nella gestione del proprio capitale naturale. È imperativo che la regione assuma una leadership proattiva, abbandonando approcci reattivi e sviluppando una visione strategica a lungo termine, capace di garantire un uso efficiente e sostenibile delle risorse idriche, preservando al contempo la propria autonomia decisionale e tutelando gli interessi delle comunità locali. Il rischio, altrimenti, è quello di assistere a una progressiva erosione della sovranità regionale in un settore vitale per lo sviluppo economico e la qualità della vita.
Crisi idrica in Molise: Fanelli chiede confronto urgente.
Pubblicato il
