La recente decisione di tredici consiglieri comunali di Molfetta, che hanno simultaneamente rassegnato le proprie dimissioni di fronte al Segretario Generale del Comune, segna la conclusione di un capitolo amministrativo complesso e, a tratti, drammatico per la città pugliese.
Questo atto formale determina lo scioglimento anticipato del consiglio comunale e pone fine al secondo mandato del sindaco Tommaso Minervini, figura centrale in una vicenda che ha profondamente scosso la comunità.
L’evento è direttamente collegato all’arresto del sindaco, avvenuto il 6 giugno scorso nell’ambito di un’indagine condotta dalla Procura di Trani.
Le accuse riguardano presunte irregolarità nell’affidamento di appalti pubblici, contestate in relazione a presunti accordi di scambio di voti.
Sebbene un successivo Riesame abbia revocato gli arresti domiciliari, imponendo la sospensione di un anno dall’esercizio di pubblici uffici, misura poi mitigata con il divieto di dimora presso la sede comunale, la crisi politica si è dimostrata irreversibile.
Il vicesindaco Nicola Piergiovanni ha assunto, temporaneamente, le funzioni di primo cittadino in attesa di una soluzione più strutturale.
La vicenda trascende la mera questione legale che coinvolge il sindaco, configurandosi come un campanello d’allarme sulla tenuta del sistema amministrativo locale.
La dinamica ha progressivamente eroso la fiducia dei cittadini e ha messo a dura prova la capacità del consiglio comunale di operare efficacemente.
L’incertezza generata dalle accuse e dalle successive decisioni giudiziarie ha creato un clima di stallo, compromettendo la continuità dell’azione amministrativa e ritardando l’attuazione di progetti cruciali per lo sviluppo del territorio.
Leonardo Donno, deputato e coordinatore regionale del Movimento 5 Stelle per la Puglia, ha sottolineato come le vicende che hanno coinvolto il sindaco abbiano minato l’integrità dell’azione pubblica, evidenziando un problema di cui il suo gruppo si è fatto portavoce attraverso un’interrogazione al Ministero dell’Interno, volta a segnalare il rischio di paralisi amministrativa.
Questa iniziativa riflette una preoccupazione diffusa all’interno del movimento e nella cittadinanza, che si è sentita penalizzata dalla situazione di incertezza e dalla percezione di una gestione opaca.
Le dimissioni dei consiglieri rappresentano, dunque, un atto di responsabilità, ma anche la chiusura di un capitolo segnato da una profonda crisi di fiducia.
Il futuro amministrativo di Molfetta si apre ora con la necessità impellente di recuperare la credibilità perduta e di promuovere una nuova fase di rinnovamento, fondata sui principi di trasparenza, legalità e partecipazione.
Il Movimento 5 Stelle si dichiara pronto a contribuire attivamente a questo percorso, auspicando un impegno concreto per garantire una “buona politica” al servizio dei cittadini e del bene comune, abbandonando le logiche clientelari e le pratiche che hanno contribuito a generare la presente situazione di crisi.
La sfida per la comunità di Molfetta è quella di ricostruire un tessuto amministrativo solido e affidabile, capace di rispondere efficacemente alle esigenze dei cittadini e di promuovere uno sviluppo sostenibile e inclusivo.








