La recente nomina a proprio carico da parte del Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, all’interno del Consiglio di Indirizzo della Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli e Teatri di Bari, solleva interrogativi profondi sulla qualità della governance e sull’etica amministrativa nel panorama politico italiano.
Lungi dall’essere un episodio isolato, si inserisce in una sequenza di azioni che erodono la credibilità della sinistra, scivolando in una logica di auto-assegnazione di ruoli che ne compromette l’integrità.
L’atto, formalizzato attraverso un decreto firmato dal Vicepresidente Raffaele Piemontese il 26 giugno, e successivamente segnalato dal Ministero della Cultura all’Anac, non è semplicemente un’irregolarità formale, ma un sintomo di una più ampia crisi di sistema.
L’autoritarietà che traspare dalla decisione, l’auto-valutazione positiva del proprio curriculum vitae come pretesto per assumere la carica, denunciano un’inversione di rotta rispetto ai principi di trasparenza e responsabilità che dovrebbero guidare l’azione di un amministratore pubblico.
La vicenda si configura come l’ennesima manifestazione di una lotta interna al Partito Democratico, una contesa di potere che ha portato a un blocco di proposte e a una paralisi decisionale.
Le dinamiche di fazioni e veti reciproci, lungi dall’essere un semplice gioco politico, si traducono in una delegittimazione dell’intera classe dirigente e, soprattutto, in un danno irreparabile per i cittadini pugliesi.
La loro fiducia viene minata da scelte arbitrarie che, sotto il velo di motivazioni apparentemente legittime, nascondono una profonda mancanza di rispetto per l’interesse collettivo.
Questa autoproclamazione, che rasenta l’autolesionismo politico, non può essere considerata un mero errore di valutazione, bensì l’espressione di una cultura amministrativa in disfacimento.
Il rischio è quello di creare un precedente pericoloso, aprendo la strada a ulteriori derive autoritarie e a una progressiva erosione del principio di separazione dei poteri.
La speranza risiede nella capacità dei cittadini pugliesi di esprimere, attraverso il voto, un giudizio netto su queste pratiche discutibili.
La responsabilità di restituire dignità e credibilità alle istituzioni ricade su di loro, affinché non siano complici di un sistema che premia l’opportunismo e penalizza il merito.
Il silenzio, in questo caso, non è un’opzione, ma una forma di acquiescenza a un sistema che merita di essere profondamente riformato.
Il futuro della Puglia, e più in generale del sistema politico italiano, dipende dalla capacità di risvegliare la coscienza civica e di richiamare i detentori del potere alla responsabilità e alla trasparenza.