martedì 12 Agosto 2025
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Comune di Bari

Puglia contro l’Autonomia Differenziata: una proposta per l’equità.

La Regione Puglia intende presentare un disegno di legge al Parlamento volto a rimodulare l’applicazione della legge sull’autonomia differenziata, un’iniziativa promossa dal Presidente Michele Emiliano che si propone di ridefinire le condizioni per l’effettiva attuazione del federalismo fiscale cooperativo, pilastro fondamentale del modello costituzionale italiano.
L’approccio pugliese non si limita a una semplice revisione della normativa esistente, ma si configura come una proposta strutturale volta a garantire una transizione equa e sostenibile verso un sistema di autonomia regionale.
Il fulcro della proposta regionale risiede nella subordinazione dell’attribuzione di competenze in autonomia differenziata alla piena operatività del Fondo di perequazione, come sancito dall’articolo 119 comma 3 della Costituzione.
Questa condizione, spesso trascurata, mira a prevenire l’aggravamento delle disparità territoriali e a garantire che le Regioni meno sviluppate non siano penalizzate dall’autonomia di quelle più avanzate.
L’attivazione del Fondo non è quindi un mero adempimento formale, ma la chiave per un federalismo realmente cooperativo.

La proposta pugliese introduce inoltre un elemento di innovazione interpretativa rispetto alla formulazione originaria della legge Calderoli, che differenziava l’iter di trasferimento di competenze tra materie rientranti nella Legge costituzionale e altre.
La Corte Costituzionale ha infatti chiarito la necessità di distinguere non le materie in sé, ma le funzioni che impattano direttamente sui diritti civili e sociali rispetto a quelle di natura diversa.
Il disegno di legge pugliese recepisce questo principio, offrendo una interpretazione più aderente alla Costituzione e garantendo una maggiore trasparenza nei processi decisionali.

Un altro punto cruciale, richiamato dalla stessa Corte Costituzionale, è il principio di sussidiarietà.

La richiesta di trasferimento di nuove funzioni da parte di una Regione deve essere supportata da una solida motivazione che dimostri un incremento dell’efficienza del sistema nel suo complesso.

Non si tratta quindi di un mero esercizio di potere formale, ma di una necessità di dimostrare un vantaggio concreto per la collettività.
Per assicurare un processo decisionale condiviso e trasparente, il disegno di legge prevede un coinvolgimento attivo delle altre Regioni e Province autonome.
Prima dell’avvio dei negoziati con il Governo centrale, l’atto di iniziativa dovrà essere trasmesso alla Conferenza permanente per i Rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome.
Questo meccanismo consentirà alle Regioni e Province autonome diverse da quella richiedente di presentare osservazioni e suggerimenti, garantendo un processo decisionale più inclusivo e partecipativo.
La predisposizione del disegno di legge è stata curata da un team multidisciplinare composto da esperti legali, magistrati amministrativi e professori universitari, sotto la direzione dell’avvocatura regionale e con il coordinamento di Rossana Lanza.

Il gruppo di lavoro, comprendente Silvia Piemonte, Claudia Lattanzi, Cosimo Pietro Guarini, Pierdomenico Logroscino e Vitorocco Peragine, ha elaborato una proposta che si prefigge di superare le criticità della normativa attuale e di promuovere un modello di autonomia differenziata realmente coerente con i principi costituzionali e con le esigenze di sviluppo del Paese.
L’obiettivo ultimo è quello di un federalismo che rafforzi l’unità nazionale, garantendo al contempo una maggiore capacità di risposta alle specificità territoriali.

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