La Regione Puglia compie un passo storico per la tutela della natalità e il sostegno alla genitorialità, integrando la Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) tra i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA).
Questa decisione, lungimirante e innovativa, segna un punto di svolta nel panorama socio-sanitario regionale, rendendo accessibili e completamente rimborsabili trattamenti altrimenti gravosi per molte coppie.
L’iniziativa, come sottolineato dal Presidente della Regione, Michele Emiliano, risponde a una necessità demografica urgente e riflette un impegno concreto a investire nel futuro della comunità pugliese.
Non si tratta semplicemente di una risposta a una domanda, ma di una visione strategica che riconosce la PMA come un servizio essenziale per l’esercizio del diritto alla genitorialità, un diritto intrinsecamente legato alla stabilità sociale ed economica della regione.
Il nuovo regolamento regionale non si limita a garantire l’accesso finanziario ai trattamenti, ma ne ridefinisce anche le modalità di erogazione.
Superando le limitazioni imposte dalla precedente normativa, introduce criteri più rigorosi per l’accreditamento delle strutture, pubbliche e private, assicurando standard elevati di sicurezza, competenza professionale e qualità dell’assistenza.
Questo approccio mira a creare un sistema integrato, efficiente e trasparente, in grado di rispondere alle esigenze specifiche di ogni coppia.
L’Assessore alla Sanità, Raffaele Piemontese, ha enfatizzato il principio fondamentale che guida questa decisione: il desiderio di formare una famiglia non deve essere un privilegio, ma un diritto universale, indipendente dalla condizione economica.
L’eliminazione delle barriere finanziarie rappresenta un passo cruciale verso l’equità e l’inclusione, consentendo a un numero maggiore di coppie di intraprendere un percorso complesso e delicato, che include non solo l’aspetto medico, ma anche un supporto psicologico e assistenziale adeguato.
La riforma prevede un’erogazione capillare dei servizi di PMA, sia omologa che eterologa, su tutto il territorio regionale, grazie alla rete di strutture pubbliche e private accreditate.
Per rispondere al fabbisogno stimato di 5.
811 cicli PMA annui, in linea con i parametri nazionali, la Regione ha già attivato un piano di potenziamento che coinvolge centri di riferimento come il Policlinico di Bari, il centro Jaia di Conversano, il Vito Fazzi di Lecce e il Policlinico Riuniti di Foggia.
Oltre a queste strutture di riferimento, sono presenti altre 13 centri di secondo livello, sia pubblici che privati, in diverse fasi di accreditamento.
L’investimento complessivo di 5 milioni di euro testimonia l’impegno finanziario della Regione a sostenere questo importante servizio.
L’iniziativa non si configura solo come un intervento sanitario, ma come un investimento sociale strategico, volto a promuovere la natalità, a rafforzare il tessuto familiare e a garantire un futuro demograficamente sostenibile per la Puglia, affrancando la possibilità di accedere a tali cure da vincoli economici che ne limitavano l’accesso.
Si tratta di un atto di civiltà che coniuga progresso medico, giustizia sociale e visione di futuro.