Il sipario cala su una leggenda.
Nicole Perona, icona del kickboxing italiano e figura di riferimento per generazioni di atleti, ha annunciato il suo ritiro agonistico subito dopo la finale mondiale Wako a Abu Dhabi, un addio intriso di malinconia e gratitudine.
La sua dichiarazione sui social media, concisa ma carica di significato, riflette un percorso sportivo straordinario, costellato di successi e dedizione assoluta.
Classe 1994, Perona, pur nata a Biella, ha forgiato il suo talento nel cuore del Piemonte cuneese, diventando un punto di riferimento per il team Kickstar.
La sua carriera, lunga oltre quindici anni, culmina con un argento mondiale, un risultato prestigioso che non sminuisce, anzi, esalta il suo palmarès.
La sconfitta ai punti contro la norvegese Oliva Braastad, attuale dominatrice del ranking mondiale, non cancella i numerosi trionfi e il ruolo imprescindibile che Perona ha ricoperto nel panorama del kickboxing internazionale.
L’annuncio del ritiro, anticipato con lucidità mesi prima, ha confermato la volontà di una campionessa consapevole del tempo che passa e desiderosa di intraprendere nuove sfide.
Abu Dhabi, sede della sua ultima performance, è stata teatro di una prova intensa e combattuta, testimonianza di uno spirito indomito e di una passione incrollabile.
Il percorso verso la finale è stato un susseguirsi di vittorie convincenti: la britannica Stephanie Killick eliminata nei quarti, la finlandese Elsa Narhi, numero tre del ranking, superata in semifinale, dimostrando ancora una volta la sua abilità strategica e la sua forza fisica.
La Braastad, giovane promessa del kickboxing mondiale, ha dimostrato il suo valore, ma non è riuscita a scalfire la leggenda di Perona, che ha lasciato il ring con la dignità e l’orgoglio di una vera campionessa.
Il ruolo di capitano della nazionale italiana, con il prestigioso compito di sfilare con il tricolore durante la cerimonia d’apertura, ha sottolineato il suo significato per lo sport italiano.
Nicole Perona non è solo una campionessa, è un simbolo di determinazione, talento e passione, un esempio per tutti coloro che inseguono un sogno con impegno e perseveranza.
La sua eredità sportiva rimane un patrimonio prezioso per il kickboxing italiano, un modello da seguire e un’ispirazione per le future generazioni di atleti.
Il suo addio, pur doloroso, apre un nuovo capitolo, ricco di opportunità e di nuove sfide, lasciando un vuoto incolmabile nel cuore dei suoi tifosi e dei suoi colleghi.







