L’Adriatico, perno storico di interscambi e collisioni culturali, si configura oggi non solo come mare, ma come un complesso sistema di connessioni geopolitiche, economiche e sociali.
La regione Friuli Venezia Giulia, posizionata strategicamente tra l’Europa centro-orientale e l’area adriatica, incarna questo ruolo, ereditando una vocazione naturale a fungere da ponte, da cerniera tra mondi diversi.
Il contesto attuale, segnato da conflitti latenti e manifesti – dalla guerra in Ucraina alle tensioni mediorientali – e da un’accelerazione tecnologica senza precedenti, esige una riflessione approfondita e un’azione concertata.
La frammentazione dell’ordine globale, accentuata dalle rivalità commerciali tra potenze economiche e dalla crescente instabilità geopolitica, pone serie sfide per la sicurezza e la prosperità del continente europeo.
La transizione energetica e digitale, pur rappresentando opportunità cruciali, rischiano di ampliare le disparità sociali se non gestite con lungimiranza e politiche mirate.
In questo scenario, il Friuli Venezia Giulia si presenta come un laboratorio di innovazione e di dialogo, un modello di convivenza multiculturale dove la diversità – l’italianità, la slovenità, la cultura friulana e l’impronta tedesca – non è fonte di divisione, ma elemento di arricchimento reciproco.
Il Porto di Trieste, fulcro di un’intermodalità avanzata che integra trasporto marittimo, ferroviario e gomma, si conferma cruciale per la logistica e la distribuzione dell’energia in un’area geografica estesa.
L’Hydrogen Valley Fvg, insieme a centri di ricerca all’avanguardia, università e progetti dedicati all’intelligenza artificiale e alla digitalizzazione, alimentano la competitività delle imprese locali e preparano le nuove generazioni alle sfide del futuro.
Tuttavia, l’Europa non può permettere che lo sviluppo tecnologico dipenda dall’accesso a tecnologie detenute da altre potenze globali, pena una perdita di autonomia strategica.
La lezione più preziosa che il Friuli Venezia Giulia può offrire all’Europa e al mondo è la capacità di trasformare le differenze in opportunità, promuovendo il dialogo interculturale e la cooperazione tra comunità diverse.
L’Adriatico, lungi dall’essere una linea di confine, deve diventare un ponte che unisce, un’arteria di scambio non solo di merci, ma anche di idee, esperienze e valori.
Il Friuli Venezia Giulia si impegna a rafforzare questo ruolo, promuovendo un’integrazione più profonda e costruttiva tra le regioni adriatiche, guardando al futuro con fiducia e determinazione.
La sfida è trasformare questa visione in realtà, costruendo un’Europa più forte, più resiliente e più inclusiva.