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mercoledì 12 Novembre 2025

Aggressione a Piacenza: Docente picchiato a scuola, indagine aperta.

Un episodio di grave violenza ha scosso la comunità scolastica dell’Istituto Romagnosi-Casali di Piacenza, sollevando interrogativi urgenti sulla sicurezza negli ambienti educativi e sulla gestione dei comportamenti problematici degli studenti.
Un docente, impegnato nel proprio lavoro, è stato oggetto di un’aggressione fisica da parte di un alunno, di età superiore ai quattordici anni, un atto inaccettabile che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine.

La dinamica, descritta dal sindacato Gilda di Parma e Piacenza, ha visto il docente costretto a rifugiarsi in un ufficio per evitare ulteriori aggressioni, in attesa dell’arrivo della Polizia, che ha proceduto all’identificazione dell’aggressore e alla sua riconsegna alla famiglia.

Il professore, comprensibilmente scosso dall’accaduto, ha ricevuto cure mediche al pronto soccorso ed è stato dimesso con una prognosi di breve durata, testimonianza della gravità dell’atto subito.
Il coordinatore della Gilda, Salvatore Pizzo, ha espresso solidarietà al docente aggredito, suggerendo l’attivazione delle procedure di assistenza legale previste per i pubblici ufficiali attraverso l’Avvocatura dello Stato, sottolineando l’importanza di tutelare i diritti del professionista leso.

L’episodio pone una serie di questioni complesse che vanno al di là della semplice constatazione di un atto di violenza.
Il sindacalista Pizzo, con acume, sollecita un’indagine approfondita da parte delle procure, sia per i minorenni che ordinaria, per accertare eventuali responsabilità penali e per vagliare la storia pregressa dell’aggressore.

Un elemento particolarmente rilevante è l’indizio di comportamenti violenti precedenti, che solleva interrogativi sulla capacità di risposta degli enti preposti.
L’accaduto apre una riflessione cruciale sul ruolo della scuola e della comunità nel sostegno e nella gestione dei bisogni educativi speciali e dei disturbi comportamentali degli studenti.
Se l’aggressore avesse subito traumi o soffrisse di patologie che ne hanno compromesso il controllo degli impulsi, si pone l’interrogativo per quale motivo non siano stati messi in atto interventi preventivi e misure di supporto adeguate.
La richiesta di perseguire anche i responsabili di eventuali mancate azioni preventive è un appello alla responsabilità collettiva, un monito per non sottovalutare i segnali di disagio e per attivare tempestivamente percorsi di aiuto e mediazione.
Gli insegnanti, come sottolinea il sindacalista, non sono né lottatori né gladiatori, il loro compito primario è educare e trasmettere conoscenze, non affrontare situazioni di conflitto fisico.

L’aggressione subita da questo docente rappresenta una violazione del loro diritto alla sicurezza e un attacco alla stessa funzione educativa della scuola, richiamando l’urgenza di garantire un ambiente scolastico sicuro e protetto per tutti.

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