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Annullamento Israeliani al TTG: Polemiche e Accuse di Strumentalizzazione

L’annullamento della partecipazione dell’Ufficio Nazionale Israeliano del Turismo al TTG Travel Experience, a pochi giorni dall’evento in programma a Rimini, rappresenta un atto che incide profondamente nelle dinamiche dei rapporti internazionali e nel tessuto del turismo globale.
La decisione, comunicata unilateralmente da Italian Exhibition Group, solleva interrogativi complessi e alimenta un clima di profonda delusione, come espressamente dichiarato dall’Ufficio israeliano.
La giustificazione ufficiale, un generico “motivo organizzativo”, contrasta con la narrazione divulgata agli organi di stampa, che allude a “condizioni venute meno”.
Questa ambiguità alimenta sospetti su motivazioni di natura politica, un’ipotesi corroborata dalle parole dell’ambasciatore israeliano Jonathan Peled, che denuncia una strumentalizzazione ideologica che mira a danneggiare l’immagine di Israele per fini elettorali.

L’Ufficio Nazionale Israeliano del Turismo ha sempre dimostrato una solida e costante presenza al TTG, persino nei momenti più ardui, come durante la pandemia, investendo risorse e mantenendo un impegno ininterrotto.

Questa fedeltà, ora tradita, rende la decisione ancora più dolorosa e ingiustificata.
Al di là del mero aspetto economico, l’annullamento della partecipazione israeliana ha un significato simbolico di vasta portata.
La Terra Santa, culla del cristianesimo e fulcro di un patrimonio religioso e culturale inestimabile, necessita oggi più che mai di un ponte di dialogo e comprensione.

Il turismo, come sottolineato anche dal Ministro del Turismo Daniela Santanché, può e deve essere questo ponte, un vettore di speranza e riconciliazione.

L’iniziativa promossa dalla Custodia di Terra Santa e dalla diocesi di Milano, volta a favorire un ritorno nei luoghi sacri, testimonia l’urgenza di un impegno collettivo per preservare e promuovere il patrimonio culturale e religioso della regione.

L’Ufficio Nazionale Israeliano del Turismo, pur esprimendo profonda perplessità e rammarico per la decisione di Italian Exhibition Group, ribadisce con orgoglio il proprio impegno nella promozione di Israele e della Terra Santa.
Riconoscendo il ruolo centrale di queste terre per la cristianità e per la cultura universale, l’Ente continuerà a svolgere la propria missione di informazione e promozione, consapevoli che il dialogo e la comprensione reciproca rappresentano la via per un futuro di pace e prosperità.

La decisione di Italian Exhibition Group, seppur dolorosa, non intaccerà la determinazione dell’Ufficio israeliano a lavorare per un mondo più aperto e tollerante, un mondo in cui il turismo possa essere, come auspicato, un vero e proprio ponte di pace.

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