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Appuntato dei Carabinieri: Riconosciuto Eroe del Dovere dopo la Pandemia

Nel marzo del 2020, quando la provincia di Piacenza si ergeva come epicentro di una pandemia che sconvolgeva il mondo, l’appuntato dei Carabinieri Vincenzo Montesano incarnava il coraggio silenzioso e spesso invisibile di chi, in uniforme, si fa avanti per rispondere alla chiamata del dovere.
La sua storia, ora culminata con un riconoscimento legale dopo anni di sofferenza e riabilitazione, illumina una questione complessa: il prezzo, umano e professionale, che i soccorritori pagano in prima linea nelle emergenze sanitarie.
L’intervento a Fiorenzuola d’Arda, il 14 marzo 2020, fu apparentemente ordinario: un anziano, isolato e non raggiungibile dai familiari, necessitava di assistenza.

Montesano, seguendo il protocollo, lo trovò febbricitante e, prontamente, attivò il 118.
L’anziano venne trasportato in ospedale, dove, purtroppo, spirò tre giorni dopo, vittima del Covid-19.
Quel gesto di umana compassione, apparentemente marginale nel contesto pandemico, si rivelò fatale anche per Montesano.
A breve distanza, anche lui manifestò i sintomi della malattia, precipitando in un percorso di ricovero di quattro mesi, con un periodo cruciale trascorso in terapia intensiva.
Le conseguenze sulla vita di Montesano furono devastanti.

Un’invalidità permanente riconosciuta al 100%, trent’anni di carriera interrotti bruscamente, un futuro segnato da fisioterapia continua e visite mediche regolari.
La battaglia legale per ottenere il riconoscimento dello status di “vittima del dovere” si è protratta per cinque anni, contrapponendo la determinazione dell’uomo alla resistenza, fino ad allora, del Ministero dell’Interno.

La sentenza del Tribunale di Piacenza rappresenta un punto di svolta, un atto di giustizia che va oltre la mera compensazione economica.

Il giudice, con rigore e lungimiranza, ha sancito che Montesano stava “senza dubbio svolgendo il proprio servizio”, e che il rischio affrontato superava i limiti ordinari connessi all’attività di soccorso, in un contesto di emergenza pandemica.
Questo riconoscimento non è un’eccezione, ma un principio: il dovere di soccorso comporta rischi che, in determinate circostanze, devono essere riconosciuti e tutelati.
La vicenda solleva interrogativi profondi.
Mentre l’associazione “Veterani vittime del dovere” di Parma sottolinea l’importanza di tutelare chi si espone a pericoli per la collettività, il Ministero dell’Interno aveva inizialmente argomentato che il contagio avrebbe potuto avvenire in qualsiasi circostanza, tentando di evitare un precedente che avrebbe potuto aprire le porte a circa 800 richieste simili.
Questa resistenza, sebbene comprensibile in termini di gestione delle risorse, rischia di sminuire il sacrificio di chi, come Montesano, si è fatto avanti senza esitazioni.

Oggi, l’ex carabiniere dedica la sua energia al volontariato, un modo per continuare a servire la comunità, nonostante le ferite ancora aperte.
La sua storia è un monito per le istituzioni, un invito a riflettere sul valore del coraggio e della dedizione di chi, in silenzio, protegge il bene comune, e a garantire loro la tutela e il riconoscimento che meritano.

Il vitalizio riconosciuto non è solo un risarcimento, ma un simbolo di gratitudine e un impegno a onorare chi ha pagato un prezzo così alto per la sicurezza degli altri.

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