domenica 10 Agosto 2025
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Bagnini in marcia a Rimini: un grido di dignità e sicurezza.

Una vibrante processione di cento bagnini ha solcato la battigia di Rimini, dalla riva dorata fino all’imponente ancora del porto, in piazzale Boscovich, un gesto corale che trascende la semplice protesta.

L’evento, orchestrato dalla Flcams-Cgil, si configura come un’affermazione di diritti e una richiesta di miglioramento delle condizioni lavorative per coloro che, durante l’irripetibile stagione estiva, assicurano la salvaguardia della vita in mare.

Il corteo, un’esplosione di rosso – dai vessilli alle magliette, fino ai pantaloncini uniformi – ha dispiegato uno striscione ai piedi dell’ancora, un simbolo potente che evoca l’essenza stessa del mare e la sua intrinseca imprevedibilità.

La scritta, “Più sicurezza e più dignità, i marinai di salvataggio scioperano”, non è solo un appello, ma una dichiarazione di principio che sottolinea la necessità di un equilibrio tra la responsabilità del soccorso e il rispetto per il lavoratore.

La manifestazione, che si è svolta in un contesto di affollamento balneare, ha rappresentato un momento di rottura con la logica di una gestione del lavoro che sembrava intendersi più come un’obbligazione silenziosa che come un impegno equo e sostenibile.
“Hanno tentato di dissuaderci dallo sciopero – hanno denunciato gli organizzatori – ma abbiamo stabilito un limite, un punto fermo.

La nostra presenza qui testimonia la determinazione a non cedere di fronte a pressioni che mirano a comprimere diritti fondamentali.

”L’atto di “precettazione”, ovvero l’ordine imposto a lavoratori per interrompere uno sciopero, ha paradossalmente amplificato la portata della protesta, trasformandola in una chiara denuncia di un sistema che cerca di silenziare le voci dei lavoratori.

Al di là delle rivendicazioni specifiche riguardanti l’organizzazione delle pause pranzo, la protesta si pone come un monito a tutela della salute e della sicurezza dei bagnini, spesso esposti a stress fisici e psicologici notevoli, e a garanzia di un riconoscimento del loro prezioso ruolo sociale, un ruolo che va ben oltre la mera esecuzione di un compito.

Si tratta di un appello a un ripensamento profondo del valore del lavoro, un valore che deve essere misurato non solo in termini di produttività, ma anche in termini di benessere e dignità umana.

La spiaggia, testimone silenziosa, è diventata così un palcoscenico di una battaglia più ampia, una battaglia per un futuro del lavoro più giusto e sicuro.

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