Un episodio di violenza inaudita ha scosso la comunità bolognese, portando alla luce una spirale di aggressioni e un fallimento del sistema giudiziario che ha visto come vittima innocente una bambina. La Polizia Ferroviaria di Bologna ha arrestato un uomo di 35 anni, originario del Bangladesh, per due distinti atti di aggressione perpetrati all’interno della stazione di Bologna Centrale, episodi che rivelano una pericolosità acuta e una profonda problematicità sociale.L’atto più grave, e quello che ha immediatamente acceso i riflettori sull’accaduto, ha visto una bambina di dieci anni coinvolta in un violento pestaggio. La vittima, in ritorno da una gita scolastica insieme ai compagni e agli insegnanti, è stata brutalmente spintonata a terra e colpita con un calcio mentre percorreva il sottopasso della stazione. L’intervento tempestivo di docenti e agenti ha permesso di prestare soccorso alla piccola e di riportare la calma tra gli alunni, ma le conseguenze fisiche – un trauma cranico che ha comportato una prognosi di 21 giorni – e psicologiche per la giovane vittima saranno durature.L’indagine, condotta dalla Polfer attraverso un’analisi approfondita dei filmati di videosorveglianza, ha svelato che l’aggressore non si è trattato di un episodio isolato. Solo poche settimane prima, lo stesso individuo aveva aggredito una guardia giurata, provocandole contusioni ed escoriazioni, e aveva tentato di sottrarre la sua pistola. Per questo primo episodio, l’uomo era stato arrestato, ma a seguito di un giudizio immediato, era stato disposto l’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria, permettendogli di rimanere in libertà. Questa decisione, ora pesantemente contestata, si rivela tragicamente fallace, poiché ha permesso all’aggressore di reiterare il suo comportamento violento, colpendo una vittima indifesa.Il secondo episodio, l’aggressione alla bambina, ha determinato una radicale revisione della gestione del caso da parte dell’autorità giudiziaria. Riconoscendo l’immediato pericolo rappresentato dall’aggressore, è stata emessa un’ordinanza di aggravamento della misura cautelare, sostituendo l’obbligo di presentazione con la custodia cautelare in carcere.L’accaduto solleva interrogativi urgenti sulla valutazione del rischio, sull’efficacia delle misure cautelari e sulla protezione delle fasce più vulnerabili della popolazione. La vicenda non è solo un dramma personale per la bambina e la sua famiglia, ma un campanello d’allarme che evidenzia la necessità di un approccio più rigoroso e proattivo nella gestione della criminalità, in particolare quando si tratta di individui con una storia di violenza già manifesta. L’episodio pone, inoltre, l’accento sulla necessità di un dibattito aperto e onesto sulle cause profonde della criminalità e sulle strategie più efficaci per prevenirla, garantendo al contempo la sicurezza e la tranquillità dei cittadini.
Bologna Centrale: Aggressione a Bambina, Fallimento Giudiziario?
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