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venerdì 24 Ottobre 2025

Bologna: stalking e vessazioni, un giovane costretto a fuggire

A Bologna, una vicenda intricata di vessazioni e intimidazioni ha portato alla luce un quadro allarmante di convivenza degradata e, potenzialmente, di odio.
Un giovane di 28 anni, vittima di un sistema di molestie sistematiche, si è trovato costretto a fuggire dalla propria abitazione a seguito di un anno di soprusi perpetrati da un coinquilino di 34 anni, ora formalmente accusato di stalking. L’episodio, che ha avuto inizio nell’ottobre 2023, rivela una spirale di comportamenti aggressivi che hanno eroso la serenità e la sicurezza della vittima, costringendola a una fuga precipitosa per preservare la propria incolumità.

Le vessazioni, inizialmente caratterizzate da insulti omofobi e offese volgari, si sono rapidamente intensificate, trasformandosi in una campagna mirata a destabilizzare e isolare il giovane.
Il clima di terrore era alimentato da minacce esplicite, formulate in maniera da essere udite dalla vittima, e da comportamenti deliberatamente provocatori che miravano a creare disagio e frustrazione.
L’uso di musica ad alto volume, specialmente nelle ore notturne, l’imbrattamento di spazi comuni come il bagno e la cucina, costituivano ulteriori forme di aggressione psicologica, un tentativo di rendere la convivenza insopportabile.

Le minacce di morte, pronunciate telefonicamente e orchestrate per essere udite dalla vittima, hanno raggiunto un livello di gravità tale da generare un profondo senso di paura e vulnerabilità.
La richiesta di “persone incappucciate” e l’evocazione di stereotipi razziali e xenofobi, come la menzione di “albanesi”, evidenziano una pericolosa escalation di violenza verbale e la potenziale capacità di tradursi in azioni concrete.

Queste affermazioni, a prescindere dalla loro effettiva attuazione, hanno creato un clima di terrore palpabile, amplificando la sensazione di pericolo imminente.
L’avvocata Alessia Romano, del foro di Venezia, sta assistendo la vittima, che, dopo un periodo di angoscia e isolamento, ha sporto denuncia presso le forze dell’ordine.

La decisione del Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) di mandare a processo il 34enne rappresenta un passo fondamentale per accertare le responsabilità e garantire giustizia.

Il processo, previsto per maggio del prossimo anno, offrirà alla vittima l’opportunità di esporre la propria esperienza e ottenere il riconoscimento dei danni subiti.
Questo caso solleva interrogativi profondi sulla fragilità delle relazioni interpersonali e sulla necessità di promuovere una cultura del rispetto e della tolleranza all’interno delle convivenze.
La vicenda evidenzia, inoltre, la crucialità di interventi tempestivi e di un supporto adeguato per le vittime di stalking e molestie, al fine di prevenire escalation di violenza e proteggere la loro dignità e sicurezza.

L’episodio si configura come un campanello d’allarme sulla crescente diffusione di comportamenti aggressivi e discriminatori, richiedendo un impegno collettivo per contrastare ogni forma di odio e promuovere una società più inclusiva e pacifica.

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